Crescita economica senza competitività: i dati preoccupanti del CNEL
Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) ha presentato il primo Rapporto annuale sulla produttività 2025, redatto dal Comitato Nazionale Produttività. Il documento mostra un Paese in cui crescita del PIL, export e occupazione tra il 2022 e il 2024 non si sono tradotti in un reale aumento della produttività del lavoro.
Un paradosso italiano
Il paradosso si spiega con due fattori principali:
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debolezza strutturale dell’economia italiana (forza lavoro poco qualificata, invecchiamento demografico, prevalenza di microimprese),
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shock dei prezzi 2022-2023, che ha favorito l’uso del lavoro rispetto agli investimenti in capitale, digitalizzazione e beni intangibili.
Un divario storico con l’Europa
Dal 1995 al 2024 la produttività italiana è cresciuta in media solo dello 0,2% annuo, contro l’1,2% della media UE. Nei due ultimi quinquenni la crescita si è quasi azzerata, accentuando il divario con Germania, Francia e Spagna.
Occupazione in aumento, ma a basso valore aggiunto
Tra il 2019 e il 2024 l’occupazione è cresciuta del 4,4%, quasi il doppio rispetto all’UE, ma concentrata in settori a bassa produttività come costruzioni, ristorazione e sanità. Nel 2024 la produttività per lavoratore è calata dello 0,9%, segnale che la maggiore occupazione non ha migliorato la competitività del sistema.
Investimenti immateriali e capitale umano deboli
Il ritardo negli investimenti intangibili (software, R&S, capitale organizzativo) è evidente: tra il 2013 e il 2023 la crescita annua è stata sotto il 2,5%, contro il +4,7% francese e il +6,1% svedese.
Sul fronte digitale, solo il 16% dei lavoratori italiani ha competenze ICT elevate (contro il 30% di Germania e Francia) e i laureati STEM sono appena il 15% (media UE 26%).
Microimprese e divari territoriali
Il 94,7% delle imprese italiane ha meno di 10 addetti, limitando innovazione, export e digitalizzazione. Il Mezzogiorno resta indietro con una produttività oltre il 20% più bassa rispetto al Centro-Nord, anche se nel settore ICT il Sud ha visto una crescita degli occupati del +50% dopo la pandemia.
Le raccomandazioni del CNEL
Il Rapporto individua tre priorità:
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Competenze e formazione: potenziamento ITS, credito d’imposta per R&S e formazione 4.0, rafforzamento della filiera STEM.
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Struttura produttiva: legge quadro per le PMI entro il 2026, sostegno all’internazionalizzazione e alla managerializzazione.
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Divari territoriali: investimenti nelle ZES, reti di innovazione e migliore capacità attuativa della PA.
Prossima tappa
Il Rapporto sarà presentato il 16 settembre 2025 al Global Productivity Forum OCSE di Londra, a conferma della centralità del tema nella strategia economica europea.