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Sanità a due velocità: il nuovo rapporto Agenas conferma i divari tra Nord e Sud nelle reti di emergenza

 
Sanità a due velocità: il nuovo rapporto Agenas conferma i divari tra Nord e Sud nelle reti di emergenza
di Sofia Diletta Rodinò

La Quarta Indagine Nazionale sulle Reti Tempo-Dipendenti fotografa un’Italia che migliora in qualità e organizzazione, ma resta segnata da profonde differenze territoriali. Campania, Liguria e Marche tra le Regioni più virtuose.

Un’Italia che cresce in capacità organizzativa e qualità delle cure d’emergenza, ma ancora divisa in due. È questa la fotografia scattata dalla Quarta Indagine Nazionale sullo stato di attuazione delle Reti Tempo-Dipendenti, pubblicata da Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) sui dati 2023.

Il rapporto valuta la maturità e l’efficienza delle quattro principali reti clinichecardiologica per l’emergenza, ictus, trauma ed emergenza-urgenza, misurandone governance, esiti e uniformità di presa in carico. I progressi sono evidenti rispetto alle precedenti rilevazioni, ma restano forti disomogeneità tra Nord e Sud, che limitano la piena equità del sistema.

Un Paese che migliora ma non decolla

L’analisi Agenas combina indicatori quantitativi e qualitativi, calcolando indici sintetici (ISCO) per ciascuna rete. Ne emerge un sistema complessivamente più solido, con modelli di governance regionali più strutturati e un miglior monitoraggio dei processi clinici. Tuttavia, la differenza tra aree è ancora netta: Regioni come Liguria, Toscana, Veneto, Marche e Campania si collocano ai vertici per capacità organizzativa e integrazione ospedale-territorio, mentre Calabria, Abruzzo, Molise e Sardegna faticano a consolidare percorsi assistenziali uniformi.

Secondo Agenas, l’armonizzazione passa da una programmazione più condivisa, da percorsi clinici uniformi (PDTA) e da un investimento costante in formazione, attrattività del personale e digital health. Solo così, spiega il documento, sarà possibile “garantire le stesse opportunità di cura in ogni parte d’Italia”.

Rete cardiologica: tempi critici e riabilitazione da rafforzare

Nel campo della rete cardiologica, la mappa conferma performance elevate nel Nord e nel Centro, con buoni risultati anche in Campania. I problemi emergono nelle zone interne del Paese, dove i tempi di trasporto superano le soglie ottimali e la riabilitazione post-acuta risulta ancora poco diffusa.
Agenas raccomanda di rafforzare la rete Hub & Spoke e di ampliare l’accesso ai programmi riabilitativi, oggi disomogenei sul territorio. “Una pianificazione organizzativa più efficiente, si legge, potrebbe essere decisiva per ridurre la mortalità e migliorare gli esiti clinici”.

Rete ictus: la sfida dell’integrazione

La rete ictus mostra miglioramenti sensibili, ma anche profonde disuguaglianze. Le regioni più performantiCampania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Marche, garantiscono una buona copertura di Stroke Unit e un uso crescente della telemedicina (telestroke). Al Sud, invece, persistono criticità nella reperibilità dei neurologi h24 e nella continuità post-ictus.
Per colmare il divario, Agenas invita a potenziare la formazione multidisciplinare e la personalizzazione delle cure, in linea con il modello territoriale previsto dal DM 77/2022.

Rete trauma: più specializzazione, meno mortalità

La rete trauma, strettamente collegata a quella dell’emergenza-urgenza, conferma un dato chiave: la mortalità è inversamente proporzionale alla specializzazione del centro. In altre parole, dove i Trauma Center sono pienamente operativi, i decessi a 7 e 30 giorni si riducono sensibilmente.
Tra le Regioni più virtuose spiccano Campania, Marche, Friuli Venezia Giulia, Basilicata e Lazio, che garantiscono percorsi integrati con il 118 e strutture di eccellenza per la gestione dei casi gravi. Restano invece fragili le aree con scarsa formalizzazione delle reti e flussi dati incompleti, che ostacolano la pianificazione degli interventi.

Emergenza-urgenza: sovraffollamento e carenza di personale

La rete dell’emergenza-urgenza (EMUR) rappresenta il nodo più complesso. Il rapporto evidenzia difformità significative sugli esiti e problemi organizzativi ricorrenti: sovraffollamento dei pronto soccorso, accessi inappropriati, carenze di organico e difficoltà logistiche nei trasporti.
Agenas suggerisce di mantenere i ricoveri da PS entro il 30%, di potenziare le medicine d’urgenza e le aree semintensive e di valorizzare la rete di cure palliative e territoriali, così da ridurre gli accessi impropri, in particolare tra pazienti fragili e anziani.
I risultati migliori arrivano da Campania, Liguria e Marche, seguite da Lombardia e Piemonte, grazie a una rete 118 più capillare e a modelli di triage uniformi. Le criticità più marcate si registrano invece in Basilicata, Trentino, Calabria e Abruzzo.

Le raccomandazioni

Nelle conclusioni, Agenas invita a “proseguire nel percorso di omogeneizzazione dei modelli regionali” e a investire in integrazione ospedale-territorio, riduzione delle disuguaglianze, potenziamento dei flussi informativi e attrattività delle professioni sanitarie.
Tra le priorità emergono anche la definizione di standard organizzativi e tecnologici aggiornati e l’inserimento della sepsi tra le patologie tempo-dipendenti da monitorare, alla luce dell’elevata mortalità associata.

In sintesi, l’Italia delle reti tempo-dipendenti è oggi più matura, ma ancora fragile in alcune aree. Il modello funziona, conclude Agenas, ma “serve un impegno unitario e continuo per garantire a ogni cittadino, ovunque viva, la stessa possibilità di cura e sopravvivenza”.