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Education at a Glance 2025, il futuro dell’istruzione passa dall’equità e dalle competenze

 
Education at a Glance 2025, il futuro dell’istruzione passa dall’equità e dalle competenze
Walter Rodinò

Education at a Glance 2025, il futuro dell’istruzione passa dall’equità e dalle competenze. Un’analisi globale sui sistemi educativi

Il rapporto Education at a Glance 2025, pubblicato dall’OCSE, si conferma la fonte più autorevole sullo stato dell’istruzione a livello mondiale. Attraverso dati comparativi su oltre 30 paesi OCSE e partner, lo studio analizza la struttura, il finanziamento e i risultati dei sistemi scolastici, mettendo in evidenza l’impatto dell’apprendimento sulla società e sull’economia. L’edizione di quest’anno concentra l’attenzione in particolare sull’istruzione terziariauniversità e percorsi equivalenti – approfondendo i livelli di conseguimento, le differenze di sbocchi occupazionali in base al campo di studio, i tassi di completamento dei corsi e le competenze degli adulti in possesso di una laurea. Un capitolo specifico integra i risultati della Survey of Adult Skills 2023 (PIAAC), collegandoli agli altri indicatori di performance.

Istruzione terziaria alta ma non per tutti

Il quadro che emerge evidenzia un paradosso. Da un lato, l’istruzione terziaria si è diffusa, dall’altro persistono forti disuguaglianze nell’accesso. In media nei paesi OCSE, solo il 26% dei giovani adulti i cui genitori non hanno completato la scuola secondaria superiore consegue un titolo universitario, contro il 70% di coloro che hanno almeno un genitore laureato. Un divario che riflette come lo status socio-economico influenzi ancora pesantemente la mobilità sociale. In un mercato del lavoro sempre più competitivo, possedere un titolo terziario rappresenta un vantaggio decisivo. Se il diploma di scuola secondaria superiore protegge dall’esclusione, molte delle professioni ad alta specializzazione e ben retribuite restano accessibili solo a chi completa un percorso universitario.

Completamento degli studi, il nodo dei tassi bassi

Accedere all’università non basta, occorre anche arrivare alla laurea. Secondo i dati raccolti, solo il 43% degli studenti iscritti a un corso di laurea triennale conclude il percorso nei tempi previsti. La percentuale sale al 59% con un anno in più e al 70% con tre anni aggiuntivi. I numeri diventano ancora più critici se si analizza la differenza di genere: il 63% degli uomini completa un corso di laurea entro tre anni oltre la durata prevista, contro il 75% delle donne.

Per invertire la tendenza, l’OCSE suggerisce interventi mirati, come rafforzare la preparazione accademica e l’orientamento già durante la scuola superiore, strutturare i corsi universitari con sequenze chiare di esami e supporti che accompagnino lo studente fino al traguardo, oppure introdurre meccanismi di riconoscimento delle competenze acquisite anche in caso di mancato completamento, per offrire agli studenti crediti spendibili nel mercato del lavoro.

Il valore delle competenze, oltre i titoli

Il rapporto mette però in guardia dal rischio di confondere il conseguimento dei titoli con il reale possesso delle competenze. Nonostante il numero crescente di laureati, i livelli medi di alfabetizzazione e competenze matematiche degli adulti nei paesi OCSE sono rimasti stagnanti, se non in calo, tra il 2012 e il 2023. Una quota significativa della popolazione adulta continua a presentare bassi livelli di competenze di base, un dato che limita la produttività e l’adattabilità ai cambiamenti del mercato del lavoro.

Questo scenario conferma che ampliare l’accesso all’università è importante, ma non sufficiente. I sistemi educativi devono garantire che il percorso formativo si traduca in abilità concrete, spendibili in un contesto lavorativo in rapido mutamento, dominato da transizione digitale, intelligenza artificiale e nuove forme di organizzazione del lavoro.

Verso un’agenda per l’equità e la qualità

Secondo Education at a Glance 2025 è necessario un impegno coordinato della politica per ridurre le disuguaglianze di accesso, aumentare i tassi di completamento e, soprattutto, rafforzare la qualità delle competenze trasmesse. Investire in istruzione significa investire in produttività, innovazione e coesione sociale. Ma affinché ciò accada, l’istruzione terziaria deve diventare realmente inclusiva e orientata allo sviluppo di capacità critiche, digitali e trasversali, senza limitarsi alla sola erogazione di titoli accademici.