Il governo britannico rilancia il Servizio Sanitario Nazionale con più ambulanze, nuovi centri di trattamento e cure più rapide nella comunità. Obiettivo: abbattere i tempi d’attesa entro il 2025
di Diego Minuti
Il governo britannico ha deciso di reagire con decisione alle critiche rivolte negli ultimi anni al Servizio Sanitario Nazionale (NHS), fortemente sotto pressione soprattutto durante l’emergenza pandemica. Downing Street ha stanziato 450 milioni di sterline con l’obiettivo di velocizzare le cure d’urgenza, snellire le procedure ospedaliere e ripensare i criteri di ricovero, investendo in infrastrutture, nuove ambulanze e centri sanitari territoriali.
Questi interventi entreranno in vigore già dal prossimo inverno, una stagione notoriamente critica per i picchi di ricoveri. Secondo il governo, con queste misure oltre 800.000 pazienti l'anno eviteranno attese superiori alle quattro ore al pronto soccorso, e un numero crescente riceverà assistenza direttamente nella propria comunità, evitando l’ospedalizzazione.
Il pacchetto di riforme, contenuto nel "Piano di cure urgenti ed emergenziali 2025-2026", punta a migliorare in tempi brevi l’esperienza del paziente, riducendo la pressione sugli ospedali. Saranno realizzati circa 40 nuovi centri di trattamento rapido, capaci di curare e dimettere i pazienti nella stessa giornata. In parallelo, verranno attivati 15 centri di valutazione per crisi di salute mentale, per fornire supporto specialistico in ambienti più adatti, evitando lunghe attese nei pronto soccorso, spesso inadeguati a gestire queste urgenze.
Entro marzo 2025 saranno inoltre distribuite quasi 500 nuove ambulanze in tutto il Regno Unito. L’obiettivo strategico è trasferire le cure dagli ospedali ai servizi territoriali, migliorando l’efficienza del NHS, riducendo i costi e garantendo maggiore appropriatezza clinica.
“Nessun paziente dovrebbe mai restare in attesa per ore nei corridoi di un ospedale o per un'ambulanza che dovrebbe arrivare in pochi minuti. Non possiamo rimediare a oltre un decennio di investimenti insufficienti e negligenze dall’oggi al domani, ma con le misure che stiamo definendo oggi forniremo cure più rapide e comode ai pazienti in caso di emergenza”, ha dichiarato il ministro della Salute, Wes Streeting.
Il ministro ha evidenziato anche l’insostenibilità economica di un sistema che porta molti pazienti in pronto soccorso per mancanza di alternative. “Troppi cittadini finiscono al pronto soccorso perché non trovano un medico di base. Una visita del medico di famiglia costa al NHS 40 sterline, ma un accesso al pronto soccorso costa dieci volte tanto: un danno per i pazienti e un aggravio per i contribuenti”, ha aggiunto.
Per garantire l’efficacia della riforma, il governo britannico sposterà risorse e personale dagli ospedali alla rete territoriale, modernizzando attrezzature e tecnologie. “Il nostro Piano per il Cambiamento garantirà che il NHS sia davvero al fianco dei cittadini quando ne avranno bisogno”, ha assicurato Streeting.
L’NHS England chiederà a fornitori e sistemi locali di predisporre piani invernali solidi, testati in esercitazioni operative già previste per settembre. Oggi, oltre 140.000 persone al giorno si affidano ai servizi di emergenza in Inghilterra, e la domanda è quasi raddoppiata dal 2010, con un incremento del 61% nell’uso delle ambulanze.
Gli standard di attesa al pronto soccorso non vengono rispettati da oltre un decennio e il target di 18 minuti per le chiamate di categoria 2 non è mai stato raggiunto, eccetto che durante la pandemia. Tuttavia, una parte rilevante dei pazienti che si rivolgono ai pronto soccorso, circa uno su cinque, non ha effettivamente bisogno di cure urgenti, e molti altri potrebbero essere seguiti meglio in ambito territoriale.