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ROTTAMAZIONE QUINQUIES, LA GRANDE ATTESA

 
ROTTAMAZIONE QUINQUIES, LA GRANDE ATTESA

Rottamazione quinquies 2026 - Il piano decennale piace ai contribuenti, ma lo scontro con il MEF per le coperture e i lavori della nuova commissione bloccano tutto. La sanatoria slitta, lo scenario più realistico porta al 2026

di Luca Lippi

Giugno si conferma un mese chiave per la pace fiscale, ma le attenzioni dei contribuenti sono divise tra presente e futuro. Da un lato, oggi scade il termine ultimo (compresi i 5 giorni di tolleranza) per saldare una rata fondamentale della Rottamazione Quater. Dall'altro, lo sguardo è già proiettato alla Rottamazione Quinquies. Tuttavia, le promesse di un suo avvio in estate, avanzate dal vicepremier Salvini, si scontrano con la realtà dei fatti: per la nuova sanatoria bisognerà probabilmente attendere ancora diversi mesi.

La Rottamazione Quinquies è diventata una partita a scacchi giocata sulla pelle dei contribuenti

Le domande chiave – quali debiti saranno inclusi e quando scatterà la sanatoria? – attendono una mossa che non arriva mai. Le ottimistiche previsioni di un'apertura primaverile si sono rivelate un bluff, poiché i primi mesi del 2024 sono passati invano, senza alcun passo concreto per definire la norma. La partita è in una fase di stallo evidente. Dopo una mossa di apertura il 28 febbraio e un rapido sviluppo il 4 aprile, i giocatori sembrano aver congelato le loro posizioni. Da una parte, la volontà politica di offrire un'ampia sanatoria; dall'altra, l'inflessibile guardiano dei conti, il Ministero dell'Economia, che ha messo un veto a causa delle scarse coperture. Il MEF teme che una mossa troppo generosa possa creare un buco nel bilancio dello Stato. Questa contrapposizione rende il testo originale di fatto superato e obbliga i contendenti a rinegoziare da capo ogni singola regola del gioco. E senza un accordo, la partita rischia di rimanere sospesa a tempo indeterminato.

Il programma disatteso

La prova più lampante dell'impasse è un viaggio nel tempo impossibile che la proposta di legge ci chiede di fare. Nel suo testo originale, infatti, il termine per presentare domanda era fissato al 30 aprile. In questo mondo, ormai immaginario, l'Agenzia delle Entrate avrebbe dovuto dare il suo responso entro il 30 giugno, con la prima rata in scadenza a fine luglio. Oggi, quel calendario è pura fantascienza: la prima data è un ricordo e la seconda incombe su una legge che non esiste ancora. Questo significa che ogni giorno di ritardo non solo posticipa l'avvio, ma rende l'intera struttura normativa obsoleta e da ripensare dalle fondamenta. Di conseguenza, credere in un arrivo rapido e scontato della sanatoria è un atto di fede che pochi sono ancora disposti a fare.

Riscrivere le scadenze, quindi, è solo la punta dell'iceberg

L'intero impianto della sanatoria è da ripensare, stretto in una morsa a due fronti: la prudenza del Ministero dell'Economia e i tempi tecnici di una nuova commissione speciale. Da un lato, il MEF, impegnato nella difficile ricerca di coperture, ha già messo in chiaro che la generosità avrà un prezzo. Questo si tradurrà, quasi certamente, in una Rottamazione Quinquies più snella e con un perimetro d'azione limitato rispetto alle attese. Dall'altro lato, entra in gioco un attore destinato a cambiare le regole del gioco: la Commissione incaricata di analizzare l'enorme "magazzino" di debiti fiscali. Questo team ha un compito preciso e scadenze definite: entro il 31 dicembre 2025 dovrà formulare proposte concrete per smaltire i carichi più vecchi, quelli accumulati tra il 2000 e il 2010. Le sue conclusioni non saranno semplici raccomandazioni, ma la base su cui si fonderanno le future strategie di riscossione. È quindi logico pensare che il Governo voglia attendere quel verdetto prima di agire. Lo scenario più plausibile? Un inserimento della Rottamazione nella Legge di Bilancio 2026, trasformando l'attesa in una lunga maratona. Anche nell'ipotesi più ottimistica, è ormai impossibile immaginare novità concrete prima dell'ultima parte del 2025.

La rottamazione della Lega

È proprio in questa visione che risiede la grande attesa per la Rottamazione Quinquies, concepita non come una semplice replica delle precedenti, ma come una loro evoluzione. La proposta sul tavolo, infatti, disegna un piano di rientro finalmente sostenibile per chi è in difficoltà: le rate, già più leggere perché mensili, verrebbero diluite su un arco di dieci anni, rendendole davvero alla portata di molti. Ma la vera svolta starebbe nella flessibilità: un paracadute contro gli imprevisti, che consentirebbe di mancare fino a sei pagamenti senza perdere il beneficio. Questa ricetta di pragmatismo, pensata per i debiti più recenti (da luglio 2022 a dicembre 2023), rappresenta l'idea vincente per permettere a tanti contribuenti di mettersi in regola. Un'opportunità concreta e più umana che, tuttavia, per ora resta sospesa in un'incertezza politica che ne allontana la realizzazione.