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ROTTAMAZIONE QUINQUIES: LA GRANDE SANATORIA CHE TRIPLICA LE RATE

 
ROTTAMAZIONE QUINQUIES: LA GRANDE SANATORIA CHE TRIPLICA LE RATE
di Luca Lippi

Dal 2026 parte la nuova definizione agevolata dei debiti fiscali: 54 rate bimestrali, interessi raddoppiati e niente più tolleranza nei pagamenti. Ecco chi può accedervi e cosa cambia rispetto alla “quater”.

Le grandi manovre legislative portano sempre con sé attese e, inevitabilmente, qualche critica. La nuova Rottamazione-quinquies, sebbene non ancora nella sua veste definitiva, sta già sollevando i primi dibattiti tra addetti ai lavori e contribuenti.
L’obiettivo dichiarato del Governo è duplice: da un lato, recuperare le “somme dormienti” del magazzino fiscale, e dall'altro, offrire una via d'uscita ai contribuenti in difficoltà, spesso schiacciati dai debiti e costretti all’economia sommersa.

Mettere queste persone in condizione di ricominciare a lavorare in piena legalità è la sfida principale. Tuttavia, gli esperti segnalano una criticità importante: l’esclusione di una parte dei debiti pendenti, in particolare quelli derivanti da accertamenti, che rischia di lasciare fuori proprio chi ha più bisogno di ripartire.

Un piano fino al 2035: la nuova strategia del Governo

Dalla Manovra Finanziaria 2026 arriva la nuova chance per i debiti dal 2000 al 2023. Il Governo ha acceso i riflettori su una misura che promette di alleggerire il magazzino dei crediti fiscali, inserita nell’articolo 23 della prossima Legge di Bilancio.
La Rottamazione-quinquies è una versione potenziata e più flessibile delle precedenti definizioni agevolate, pensata per dare ossigeno a milioni di contribuenti e imprese.

Un tuffo nel passato: quali debiti rientrano

La nuova sanatoria copre i carichi affidati alla riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023.
Chi aderisce paga solo il capitale e le spese vive (notifiche, procedure esecutive), mentre vengono azzerate sanzioni, interessi e aggio.
Un vantaggio notevole rispetto alle precedenti rottamazioni. Tuttavia, la norma resta rigorosa: la platea è limitata ai debiti per omesso versamento di imposte o contributi già dichiarati.

Cosa è ammesso e cosa no

Sono ammessi i debiti da omesso versamento di imposte o contributi previdenziali Inps.
Sono invece esclusi quelli derivanti da accertamenti fiscali, ossia quando il Fisco ha scoperto somme non dichiarate dopo controlli mirati.
Una scelta che limita la sanatoria ai casi ordinari o da errori di liquidazione, escludendo le situazioni più complesse.

La rivoluzione dei pagamenti: 54 rate fino al 2035

Il vero elemento innovativo è la durata del piano di pagamento.
La “quinquies” triplica le rate: da 18 a 54 rate bimestrali, con scadenza finale nel maggio 2035.
La prima rata (o pagamento unico) scade il 31 luglio 2026, poi i versamenti proseguiranno ogni due mesi.

Il prezzo della dilazione: interessi e tolleranza zero

Un piano così lungo ha un costo. Il tasso d’interesse raddoppia dal 2% al 4% annuo, a partire dal 1° agosto 2026.
Inoltre, scompare il margine di tolleranza di cinque giorni previsto in passato: i pagamenti dovranno avvenire con assoluta puntualità, pena la decadenza immediata.

La seconda chance per i “cattivi pagatori”

La nuova rottamazione prevede anche una riammissione per chi era decaduto dalla “quater” a causa di mancati pagamenti.
Un gesto di apertura verso chi non era riuscito a sostenere il ritmo delle rate precedenti.
Chi però sta già pagando regolarmente la “quater” non potrà aderire alla nuova definizione per gli stessi debiti.

Decadenza: regole più eque

La perdita dei benefici diventa meno rigida: si decade solo se non si paga l’unica rata, due rate (anche non consecutive) o l’ultima rata del piano.
Una misura che introduce maggiore flessibilità e tutela chi commette un errore isolato.

Un’occasione per ripartire

La Rottamazione-quinquies è uno strumento potente ma non universale.
Con 54 rate in 10 anni e la possibilità di recuperare le vecchie adesioni fallite, offre un’opportunità concreta per voltare pagina con il Fisco.
Tuttavia, il raddoppio degli interessi e l’esclusione dei debiti da accertamento rappresentano due limiti da valutare attentamente.
Per chi rientra nei requisiti, si tratta comunque di una chance irripetibile di rientro legale e sostenibile — a patto di non mancare nemmeno una scadenza.