Grazie alla sinergia tra robot chirurgico, microscopio e neurostimolazione intra-operatoria, le équipe dei professori Fabio Pacelli e Alessio Albanese hanno rimosso un tumore raro in sede sacrale, con approccio mini-invasivo e pieno recupero funzionale.
Un intervento pionieristico per un tumore raro
 Un eccezionale intervento chirurgico al Policlinico Gemelli ha restituito la voglia di vivere a un paziente di 40 anni affetto da uno schwannoma sacrale, un tumore raro e ultrararo per la sua localizzazione.
Il paziente, che per due anni aveva sofferto di dolori lancinanti all’addome, stipsi ostinata e disturbi urinari, ha finalmente trovato una soluzione dopo un lungo percorso diagnostico.
La risonanza magnetica ha evidenziato una massa di 5 cm a livello sacrale, portando alla diagnosi di schwannoma benigno originato da una radice nervosa.
 Cos’è lo schwannoma sacrale
Lo schwannoma è un tumore che nasce dalle cellule di Schwann, le quali rivestono di guaina mielinica i neuroni.
È un tipo di neoplasia rara, che si manifesta più frequentemente nel nervo acustico.
La localizzazione sacrale, come nel caso di Mario, è ultrarara: solo poche decine di casi sono descritti in letteratura.
Questo tumore, pur essendo benigno, rappresenta una sfida chirurgica complessa: si sviluppa in profondità nella pelvi, vicino a nervi e organi vitali come vescica, retto e grossi vasi sanguigni.
Un errore in questa zona potrebbe causare incontinenza, lesioni al retto o alla vescica, o emorragie gravi.
 Un approccio combinato: robot e microchirurgia in tandem
Per affrontare questa sfida, il professor Alessio Albanese, Professore Associato di Neurochirurgia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore UOC Neurochirurgia Vascolare del Gemelli, e il professor Fabio Pacelli, Professore Ordinario di Chirurgia Generale e Direttore UOC di Chirurgia del Peritoneo e del Retroperitoneo, hanno deciso di collaborare in tandem.
L’obiettivo: sfruttare le tecnologie più avanzate per realizzare un intervento mini-invasivo che combinasse chirurgia robotica e microchirurgia neurochirurgica.
“Gli schwannomi retroperitoneali e pelvici – spiega il professor Alessio Albanese – sono lesioni rare che, per la loro posizione in spazi anatomici ristretti e complessi, richiedono interventi molto invasivi. Di solito sono necessarie ampie incisioni per consentire l’accesso e l’asportazione in sicurezza della massa. In questo caso, abbiamo scelto un approccio completamente diverso, più preciso e meno traumatico”.
 Il robot chirurgico “apre la strada” alla microchirurgia
Nella prima fase dell’intervento, il team del professor Pacelli ha utilizzato la piattaforma robotica da Vinci, lavorando nello spazio pelvico profondo con strumenti articolati e visione 3D ad alta definizione.
Il robot ha permesso di isolare con estrema precisione la massa tumorale e di creare un accesso sicuro per la successiva fase neurochirurgica.
Nella seconda fase, il team di neurochirurghi guidato dal professor Albanese è intervenuto attraverso una piccola incisione cutanea, utilizzando il microscopio chirurgico e la neurostimolazione intraoperatoria per individuare e mettere in sicurezza la radice nervosa sacrale da cui si originava il tumore.
L’obiettivo era chiaro: rimuovere completamente la lesione preservando tutte le funzioni neurologiche (motricità e controllo sfinterico).
 Risultati eccezionali: nessun dolore, degenza di due giorni
Il risultato è stato straordinario:
    - 
    Asportazione completa del tumore 
- 
    Trauma chirurgico minimo 
- 
    Nessun deficit neurologico 
- 
    Nessun dolore post-operatorio 
- 
    Solo due giorni di degenza ospedaliera 
Il paziente è tornato a casa con una piccola cicatrice e senza alcuna complicazione.
“Questo caso rappresenta un esempio di come la sinergia tra tecnologie avanzate e competenze multidisciplinari possa ampliare le possibilità della chirurgia mini-invasiva – commenta il professor Fabio Pacelli –. L’approccio combinato robot–microchirurgia ci ha consentito di rimuovere completamente la lesione con un impatto minimo sul paziente, preservando le funzioni neurologiche. È uno dei primissimi casi al mondo trattati con questa tecnica ibrida”.
 Un modello per la chirurgia del futuro
Questo intervento ibrido rappresenta un nuovo paradigma per la chirurgia dei tumori rari e profondi, dove precisione, tecnologia e lavoro di squadra diventano fondamentali.
La combinazione tra robotica, microscopi di ultima generazione e neurostimolazione intraoperatoria permette oggi di ridurre i rischi, limitare l’invasività e accelerare la ripresa dei pazienti.
Il Policlinico Gemelli conferma così il suo ruolo di centro di riferimento nazionale per la chirurgia avanzata e le patologie rare, dimostrando che l’innovazione più efficace nasce dalla collaborazione interdisciplinare e dalla tecnologia al servizio dell’uomo.