Un'insegnante di biologia, trentasettenne e madre di due figli di sei e quattro anni, è la prima paziente del Regno Unito a ricevere una terapia "rivoluzionaria" per il trattamento della sclerosi multipla. 
Emily Henders, 37 anni, di Bushey, Hertfordshire, è assistita dai medici dell'l'University College London Hospital (UCLH) nell'ambito di uno studio clinico globale.
Sclerosi multipla: insegnante curata con terapia rivoluzionaria
Emily Henders ha avuto episodi di ricaduta "davvero spaventosi" da quando la malattia le è stata diagnosticata nel dicembre 2021, durante i quali ha detto: "Le mie gambe non funzionano, non riesco a camminare".
Gli esperti ritengono che il trattamento immunoterapico mirato potrebbe "trasformare" la vita rallentando o addirittura arrestando la progressione della malattia.
"Spero che prendere parte allo studio significhi che non dovrò mai sperimentare un'altra ricaduta e che i miei sintomi della SM non progrediranno", ha detto la signora Henders, che ha aggiunto: ''So che è ancora sperimentale, ma offre un razionale scientifico che, come insegnante di biologia, ha senso per me". Emily e il marito Brandon vorrebbero avere un terzo figlio, ma sono preoccupati per l'impatto sulla sua Sclerosi multipla.
La SM è una malattia "autoimmune", che si verifica quando il sistema immunitario attacca per errore i nervi del cervello e del midollo spinale. Il trattamento sperimentale, noto come terapia con cellule CAR T, mira a ripristinare il sistema immunitario e agisce esaurendo le cellule B, che si ritiene guidino l'attacco autoimmune nella SM.
Le cellule T del paziente, che cacciano le cellule infette o danneggiate, vengono geneticamente modificate e reimmesse nel paziente tramite un'infusione per "reimpostare" il sistema immunitario.
Emily ha detto di sentirsi bene dopo avere ricevuto l'infusione, con una procedura durata tre minuti: ''A dire il vero mi sento davvero bene. Mi sento normale e ho recuperato energia. Non ho nausea, non ho avuto la febbre. Mi sento abbastanza rilassata".
A Emily Henders, il cui padre è anche lui affetto da sclerosi multipla, la malattia è stata diagnosticata la vigilia di Natale del 2021 dopo aver sofferto di formicolio alle mani.
"Fisicamente, i miei sintomi sono progressivamente peggiorati - ha detto -. Noto che a volte il mio piede colpisce il marciapiede in modo strano. O quando insegno e mi tremano le mani".
Ricordando la sua prima grave ricaduta, Emily ha ancora impressa nella mente l'immagine dei volti dei figli mentre i medici l'assistevano per portarla in ospedale: "Non dimenticherò mai i volti dei miei figli mentre i medici si precipitavano e mi legavano ad una sedia. Emotivamente, mi preoccupo per loro e per come stanno affrontando la situazione. Temo che questo possa essere trasmesso a loro. È molto spaventoso per il futuro, non sapere cosa porterà la prossima ricaduta".
Emily è una delle 150.000 persone affette da sclerosi multipla nel Regno Unito. Lei, ora, spera che la terapia eviterà il declino tipico dei pazienti con SM, che spesso finiscono su sedia a rotelle: ''Significherebbe che sarò in grado di inseguire i miei figli e sarò ancora in grado di lavorare. "Non sarei in grado di essere un'insegnante di scienze su una sedia a rotelle e nemmeno con le stampelle. È un rischio troppo grande per la salute e la sicurezza, quindi avrebbe un impatto reale sul mio lavoro".
Un portavoce della MS Society ha dichiarato: "È ancora presto ma, se i risultati della sperimentazione si riveleranno efficaci, la terapia con cellule T CAR potrebbe essere un punto di svolta per il modo in cui trattiamo la condizione". Il team di ricercatori si dice comunque "entusiasta" della sperimentazione.