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Sicurezza urbana: introdotte le zone rosse in Italia, i numeri e le città coinvolte

 
Sicurezza urbana: introdotte le zone rosse in Italia, i numeri e le città coinvolte
Redazione

In Italia sono state recentemente introdotte le zone rosse urbane, aree delimitate in cui le autorità possono disporre l’allontanamento di persone ritenute pericolose, in particolare soggetti con precedenti penali o comportamenti violenti.

Sicurezza urbana: introdotte le zone rosse in Italia, i numeri e le città coinvolte

È una misura pensata per migliorare la safety degli spazi pubblici urbani, soprattutto in stazioni, piazze centrali, parchi pubblici e giardini che possono diventare “piazze di spaccio”; aree della “movida” e zone turistiche; presidi sanitari e centri di accoglienza; quartieri già segnalati per spaccio o altre forme di delinquenza e degrado; vie dello shopping e snodi di trasporto. Vengono attivate, di volta in volta, tramite ordinanze prefettizie, che stabiliscono l’estensione territoriale e il periodo di validità, su proposta dei comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica, composti dai sindaci e dai rappresentanti delle forze dell’ordine.

Il provvedimento è stato formalizzato nella “Gazzetta Ufficiale”, dove si legge che l’obiettivo è “individuare aree urbane dove vietare la presenza di soggetti pericolosi o con precedenti penali e poterne quindi disporre l’allontanamento.

Secondo i dati del Viminale, in pochi mesi sono stati effettuati 24.987 controlli con 228 allontanamenti: Firenze: 6.217 controlli, 68 allontanamenti; Bologna: 7.613 controlli, 43 allontanamenti; Milano: 8.303 controlli, 106 allontanamenti; Napoli: 2.854 controlli, 11 allontanamenti.

A Milano, la misura ha avuto un vero e proprio upgrade. Inizialmente attivata in cinque aree (Duomo, Centrale, Garibaldi, Rogoredo, Darsena/Navigli), è stata poi prorogata fino al 30 settembre e ampliata a nuove zone come via Padova, Colonne di San Lorenzo e il quartiere dei Fiori a Rozzano. Qui si registrano numeri ben più alti: oltre 132.000 persone identificate e 1.300 ordini di allontanamento, segno di un approccio fortemente data-driven.

Anche altri centri stanno seguendo questo trend. A Napoli, le zone rosse si sono estese oltre il centro urbano, toccando anche comuni della provincia come Pompei, Castellammare di Stabia, Pozzuoli e San Giorgio a Cremano, considerati nuovi hotspot di rischio. Il prefetto ha così ampliato la mappa degli interventi, adattandola al contesto locale.

Nel Nord-Est, Padova è la prima città veneta ad applicare il modello. Come ha riportato il “Corriere della Sera”, l’ordinanza prevede l’allontanamento per chi “mette a rischio la sicurezza pubblica e l’accessibilità urbana”, con particolare attenzione alle zone attorno alla stazione e al centro storico.