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Spesa per farmaci oncologici in crescita, ma calano i decessi

 
Spesa per farmaci oncologici in crescita, ma calano i decessi

In Italia, nel 2023, la spesa pubblica per i farmaci oncologici ha superato 4,7 miliardi di euro, in aumento del 9,6% rispetto al 2022

Se l’incremento del costo delle terapie oncologiche pone problemi di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, va considerato che proprio alla ricerca ed ai nuovi trattamenti va ricondotto il progressivo calo della mortalità per tumore. In dieci anni (2011-2021), i decessi per cancro sono diminuiti del 15%. Nell’Unione europea, fra il 2020 e il 2025, è stata stimata una diminuzione dei tassi di mortalità del 3,5% negli uomini e dell’1,2% nelle donne. Dal 1989 al 2025, in Europa, sono state 6,8 milioni le vite salvate (4,7 milioni negli uomini e 2,1 milioni nelle donne). Anche negli Stati Uniti il tasso di mortalità per tumori è calato sia tra gli uomini che tra le donne dal 2001 al 2022 (in percentuali comprese fra l’1,3% e il 2,1% annuo).

112 i nuovi farmaci attesi entro la fine del 2025

EMA, l’Agenzia Regolatoria Europea, nel 2024 ha espresso parere favorevole per 113 nuovi farmaci. Tra le terapie contenenti nuove sostanze attive, che hanno ricevuto parere favorevole, la quota maggiore, pari al 25%, ha riguardato gli antineoplastici e sono 112 i nuovi farmaci attesi entro la fine del 2025, al momento al vaglio di EMA. Il 31,6% sono antitumorali. Siamo di fronte a una vera e propria ondata di innovazione, che rappresenta una notizia positiva per i pazienti, ma la spesa deve essere ‘governata’, dando la priorità ai farmaci davvero innovativi”.

Il problema gestionale dei ricoveri

Secondo AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) vanno ripensate anche le modalità di ricovero dei pazienti oncologici, per garantirne una gestione ottimale e contenere le ricadute cliniche, organizzative e di spesa. “Dal 3 al 10% delle persone che afferiscono ai Pronto soccorso ha una storia di tumore - ha spiegato Massimo Di Maio, presidente eletto AIOM -. Più del 50% dei pazienti oncologici che accedono alle strutture di emergenza necessita di un successivo ricovero. Il problema gestionale più significativo, in questa fase, è la disponibilità di posti letto. Nella quasi totalità dei Paesi si è verificata una progressiva riduzione del loro numero: nel periodo 2012-2022, in Europa, è diminuito di circa il 10%, in Italia di circa il 35%. E i posti letto di oncologia sono solo il 2,3% del totale negli ospedali per acuti. I ricoveri di tipo medico dei pazienti oncologici sono quindi nettamente superiori alla disponibilità di letti specialistici in oncologia e sono necessariamente distribuiti in altre Unità operative, in particolare in medicina, a volte per ragioni cliniche, a volte solo per necessità logistiche”.

Redazione