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Bruxelles mette sotto esame Amazon e Microsoft, tre indagini DMA sul cloud per garantire concorrenza e trasparenza

 
Bruxelles mette sotto esame Amazon e Microsoft, tre indagini DMA sul cloud per garantire concorrenza e trasparenza
Redazione
La Commissione europea accende i riflettori sul settore del cloud computing e avvia tre indagini di mercato che potrebbero ridisegnare gli equilibri di un comparto strategico per la competitività digitale del continente. Al centro dell’attenzione finiscono Amazon Web Services (AWS) e Microsoft Azure, i due colossi che da anni dominano l’offerta cloud globale e che ora potrebbero essere qualificati come gatekeeper ai sensi del Digital Markets Act (DMA).

Bruxelles mette sotto esame Amazon e Microsoft, tre indagini DMA sul cloud per garantire concorrenza e trasparenza

Due delle tre indagini avviate da Bruxelles mirano infatti a valutare se AWS e Azure, pur non raggiungendo formalmente le soglie quantitative previste dalla normativa, esercitino comunque un’influenza tale da configurarsi come “importanti gateway” tra aziende e consumatori. Secondo l’esecutivo UE, le analisi di mercato condotte negli ultimi anni indicano che i due operatori detengono posizioni particolarmente forti, potenzialmente in grado di condizionare la competitività del settore cloud nello Spazio economico europeo.

Se dalle verifiche dovesse emergere che i servizi superano la soglia qualitativa prevista dalla DMA, Microsoft e Amazon verrebbero designati gatekeeper anche per le loro piattaforme di cloud computing, aggiungendosi alle qualifiche già attribuite per altri servizi digitali. A quel punto, le due società avrebbero sei mesi per adeguare i servizi alle regole del DMA, che impongono obblighi stringenti su interoperabilità, accesso ai dati, limitazione delle pratiche esclusive e divieto di auto-preferenza.

Accanto alle due indagini specifiche su AWS e Azure
, Bruxelles ne avvia una terza con obiettivi più ampi: verificare se gli obblighi attuali del DMA siano già sufficienti a contrastare pratiche ritenute potenzialmente sleali o anticompetitive nel settore cloud. La Commissione sta raccogliendo informazioni dagli attori del mercato per valutare temi come la difficoltà di migrazione tra provider, le barriere all’interoperabilità, i vincoli contrattuali, i servizi raggruppati e l’accesso condizionato ai dati aziendali.

Le conclusioni dell’indagine orizzontale arriveranno entro 18 mesi e potrebbero sfociare in un aggiornamento delle regole del DMA tramite un atto delegato. Un’evoluzione normativa che Bruxelles giudica necessaria per tenere il passo con l’evoluzione del mercato, sempre più centrale per l’autonomia digitale e industriale dell’Unione.

A sottolineare l’importanza strategica del settore è stata Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva della Commissione: “I servizi di cloud computing sono vitali per la competitività e la resilienza dell’Europa. Vogliamo che questo settore cresca in condizioni giuste, aperte e competitive. Per questo avviamo un’indagine per stabilire se AWS e Microsoft Azure debbano essere soggetti agli obblighi del DMA, e per valutare se le regole esistenti vadano aggiornate alla luce delle pratiche in rapida evoluzione”.