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Un miliardo all’anno per i farmaci di marca

 
Un miliardo all’anno per i farmaci di marca

Gli equivalenti non vengono accettati, soprattutto al Sud

Dai dati del monitoraggio della spesa farmaceutica compilati dall’AIFA emerge che nel 2019 i cittadini avevano speso 1,122 miliardi per acquistare farmaci di marca invece degli equivalenti, che sono copie del farmaco di riferimento (farmaco “di marca” o “griffato”) presente sul mercato già da molti anni e il cui brevetto sia scaduto. Infatti, un farmaco equivalente (o generico) non può essere messo in commercio se il brevetto del medicinale di marca è ancora valido. Il decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219 definisce il medicinale generico come “un medicinale che ha la stessa composizione qualitativa e quantitativa di sostanze attive e la stessa forma farmaceutica del medicinale di riferimento nonché una bioequivalenza con il medicinale di riferimento dimostrata da studi appropriati di biodisponibilità”.

Nel 2020 sono stati spesi 1,077 miliardi (in calo per la pandemia), 1,083 nel 2021, fino al 1,060 del 2024.

Le differenze tra regioni

Nel Centro-Sud si preferisce anche di più il farmaco di marca. Tra chi ha speso di più nel 2024 ci sono i campani (128 mln), i siciliani (107 mln) e i laziali (139 mln, una cifra quasi identica a quella spesa in Lombardia, che ha però il doppio della popolazione del Lazio).

Questa tendenza viene confermata anche dall’ultimo report EGUALIA, secondo cui il ricorso alle cure equivalenti continua ad essere privilegiato al Nord (40,4% a unità e 34,4% a valori), rispetto al Centro (29,5% a unità e 26,9% a valori) e al Sud (24,3% a unità e 22,1% a valori), a fronte di una media Italia del 32,6% a confezioni e del 28,8% a valori. L'incidenza maggiore si rileva nella P.A. di Trento (45,3%), in Lombardia (42,5%), in Piemonte (40,9%). In coda per consumi di generici-equivalenti Basilicata (23,3%), Calabria (22,1%), Campania (21,8%).

Lazio in testa per incidenza, più bassa in Lombardia

L’incidenza maggiore a livello regionale si registra in Lazio (16,3% della spesa regionale SSN nel canale retail) e nel Molise (15,8%). Quella più bassa si registra invece in Lombardia, dove il differenziale versato di tasca propria dai cittadini quota il 10,5% della spesa regionale SSN in farmacia.

In generale nel 2024, nel canale delle farmacie aperte al pubblico, i generici equivalenti hanno rappresentato il 23,3% del totale del mercato a confezioni e il 15,8% del mercato a valori. A fronte di un valore assoluto stabile del numero di confezioni vendute rispetto all’anno precedente (1,8 mld) si è avuta una crescita di incidenza percentuale (+0,6%) dovuta ad una flessione del segmento branded rimborsabile dal SSN. L’89% delle confezioni vendute è classificato in classe A, totalmente rimborsabile dal SSN.