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Valichi e trafori alpini, quanti danni per l’economia italiana

 
Valichi e trafori alpini, quanti danni per l’economia italiana
Patrizio Ricci

Valichi alpini, un sistema in crisi: autotrasporto italiano 

Il traffico attraverso i principali valichi (e traforialpini soffre da tempo disfunzioni e carenze che stanno mettendo a duro prova il settore dell’autotrasporto italiano, con pesanti ricadute sull’intero sistema economico nazionale. Brennero, Frejus, Monte Bianco, San Gottardo, Ventimiglia – punti nevralgici per il nostro trasporto merci – patiscono una precarietà che sta generando conseguenze negative di ampia portata e minando lo sviluppo economico.

200 milioni di tonnellate di merci ogni anno

Ogni anno, quasi 200 milioni di tonnellate di merci transitano attraverso valichi e trafori alpini, rendendoli arterie vitali per il commercio italiano e internazionale. Tuttavia, frequenti chiusure,
limitazioni di transito, lavori di manutenzione e condizioni atmosferiche avverse compromettono la regolarità del traffico, riducendo la competitività delle aziende italiane sui mercati europei. Il Brennero, principale valico per il traffico merci con l’Europa attraversano valichi e trafori alpini italiani. Tuttavia, questa arteria strategica rischia di essere sottoutilizzata: se fosse operativa 24 ore al massimo il suo potenziale, ma capacità teorica. Le restrizioni notturne fanno perdere circa il 32% specifici e sistema del dosaggio un altro 2%.

Monte Bianco e Fréjus: chiusure e nuove aperture

A queste criticità si aggiunge, dal 1° gennaio scorso, il problema del metà dell’anno, il ponte sarà percorribile su una sola corsia per senso di marcia, aggravando i tempi di transito e favorendo congestioni lungo le rotte di transito più trafficate. Anche il Traforo del Monte Bianco continuerà a subire chiusure temporanee, per lavori di risanamento della volta, fino al 12 aumentando i costi e creando incertezza tra gli operatori. riguarda il Traforo del Fréjus: dopo quattordici stata finalmente inaugurata la seconda canna, aprendo nuove prospettive per le attività di trasporto.

La richiesta di CNA-Fita: servono soluzioni concrete

Tuttavia, le imprese di autotrasporto e l’intera economia italiana non soggette a rallentamenti e interruzioni di continuo. La mancanza di collegamenti affidabili e le limitazioni operative rappresentano significativi alla competitività del sistema economico, oltre a l’efficienza del commercio. Un impegno condiviso tra istituzioni, enti e operatori del settore per ridurre i danni economici, migliorare l’affidabilità (e la sicurezza) delle infrastrutture e garantire un futuro più stabile e competitivo per le imprese di autotrasporto italiane e per l’intera economia del nostro Paese. Solo attraverso una strategia coordinata e un investimento mirato sarà possibile valorizzare appieno il ruolo strategico delle vie di transito alpino e assicurare la crescita del sistema logistico italiano, centrale per il benessere e la crescita del Paese.