La viscosa è una fibra tessile artificiale, ottenuta dalla cellulosa estratta dal legno o da piante. È morbida, traspirante e piacevole al tatto, simile alla seta, ma più economica. Viene usata soprattutto nell’abbigliamento e nell’arredamento. Tuttavia, non è molto resistente all’umidità e richiede cure delicate durante il lavaggio.
La viscosa in Italia: tra storia industriale, tessuti e memoria collettiva
In Italia la viscosa ha avuto un ruolo importante nel Novecento. La protagonista principale è stata la SNIA Viscosa, azienda fondata nel 1917 a Torino da Riccardo Gualino. Nata per il trasporto marittimo, SNIA si trasformò presto in una grande realtà industriale, iniziando a produrre viscosa in vari stabilimenti sparsi nel Paese. Nel 1925 la produzione raggiunse i 24.000 chili al giorno, con oltre 20.000 lavoratori e un mercato in cui l’80% dei prodotti era destinato all’export.
Uno degli stabilimenti più noti fu quello di Roma, in zona Prenestina. La produzione iniziò nel 1923 con la CISA Viscosa e proseguì poi sotto la SNIA. La fabbrica ha segnato profondamente la vita del quartiere: centinaia di operai, lotte sindacali, trasformazioni del paesaggio urbano. Oggi è dismessa, ma ha lasciato una traccia importante nella memoria collettiva.
Nel 2025, a cento anni dall’apertura della fabbrica romana, si è tenuta una mostra intitolata Viscosa di Roma. 100 anni di storie, lotte e natura all’ex SNIA. L’esposizione ha raccontato, con foto e documenti, la storia della fabbrica, i conflitti sociali, la chiusura e la nascita di un nuovo paesaggio naturale. Infatti, oggi nell’area abbandonata si è formato un lago e si trovano circa trecento specie vegetali e habitat protetti a livello europeo.
Sempre nel 2025, il 4 ottobre, si è svolto a Roma il V Incontro SNIA‑Viscosa, presso ArtSharing. Durante l’evento sono state proiettate immagini storiche e raccolte testimonianze sulla vita operaia e sulla trasformazione dell’ex fabbrica in un luogo di natura e memoria.
La storia della viscosa in Italia è anche la storia della sua crisi. Negli anni successivi al boom industriale, molti impianti sono stati chiusi o riconvertiti. Il declino della SNIA è cominciato negli anni ’70 e ha portato alla fine della produzione in diversi siti, come a Pavia e Rieti. Alcuni stabilimenti hanno cessato l’attività nel 1982.
Oggi, il dibattito sul futuro degli ex siti industriali è più vivo che mai. L’ex SNIA di Roma è al centro di proposte per la creazione di un parco pubblico. L’area rappresenta un esempio di come una vecchia fabbrica possa diventare spazio di memoria, cultura e natura, unendo passato e futuro.