Si sa: gli americani hanno un debole per le bevande gassate, che consumano in quantità industriali, con i puristi che nemmeno si accostano a quelle ''zero'', senza zucchero. Insomma, roba da salutisti.
Ma i gusti cambiano e, ciclicamente, quando un nuovo prodotto arriva sul mercato, lo si testa, proprio per il gusto di provarlo.
Liscia, gassata o alla cannabis? Gli americani pazzi per le bevande alla marijuana
C'è però una moda che, cominciata quasi in sordina, sta affermandosi: quello delle bevande a base di cannabis che va a gonfie vele, ripagando chi nella sua produzione ci ha scommesso anche parecchi soldi.
Si tratta di bevande analcoliche infuse con tetraidrocannabinolo o THC, che è l'ingrediente principale della marijuana, quello che provoca un senso di euforia o rilassatezza. Alcune varietà includono anche il cannabidiolo, o CBD, un composto chimico presente nella marijuana o nella canapa, che secondo i sostenitori aiuta ad alleviare il dolore, l'ansia e altri sintomi di salute.
Tanto per coprire il più ampio spettro di potenziali consumatori, le bevande sono disponibili in diverse forme, tra cui seltz, succhi di frutta, bibite e tè. Per strano che possa pensare, le preferenze verso questo tipo di bevande a base di cannabis, che fanno sussultare i fautori del ''no'' totale a tutto quello che è droga o anche solo ci si avvicini, sono in crescita perché gli americani bevono meno alcolici.
Dalla controcultura al mainstream: perché gli americani bevono meno alcol
Come confermato dal sondaggio Gallup dello scorso luglio, secondo il quale la percentuale di statunitensi che dichiarano o ammettono di consumare alcolici è scesa al 54%. Che potrebbe anche sembrare alta, ma che è invece al livello più basso dal 1939, da quando l'organizzazione di sondaggi ha iniziato a monitorare il comportamento delle persone nel bere.
Sta insomma prevalendo il convincimento che, contrariamente a quello che si è sempre pensato (in Italia basta pensare alle campagne ''pro vino'' del ministro Lollobrigida) , anche che il consumo moderato di alcol non sia salutare.
E, siccome i produttori sanno cogliere il cambiamento del vento, centinaia di marchi, piccoli e grandi, ora vendono bevande a base di cannabis, promettendo di aiutare a stare meglio, sostituendo con esse la birra e gli alcolici distillati.
Il boom delle bevande alla cannabis negli Stati Uniti
Il mercato è importante già ora e si prevede in crescita costante negli anni a venire. Secondo Whitney Economics, una società globale di consulenza economica e aziendale, le vendite di bevande al THC negli Stati Uniti cresceranno da 1,1 miliardi dello scorso anno a quasi 5,6 miliardi entro il 2035, conseguenza del favore dei consumatori e del successo imprenditoriale.
E, restando in tema di successo, in questo caso commerciale, è scontato che il maggiore favore dei consumatori lo si conquista anche scegliendo il modo giusto di pubblicizzare il prodotto. Quindi diversi marchi di bevande al THC si commercializzano come alternative analcoliche e affermano che le loro bevande contengono zero calorie e zero zucchero.
Effetti collaterali e regolamentazione delle bevande al THC
Ci sono, però, dei ''ma'', come quelli che arrivano dai medici, che avvertono che le bevande a base di cannabis possono avere effetti collaterali. Perché, dicono, fumata o ingerita come commestibile o bevanda, la cannabis può influenzare il cervello, il cuore, i polmoni e la salute mentale, oltre a determinare stati di ansia, paranoia, battito cardiaco accelerato e, in rari casi, psicosi. E a questi effetti, considerati di breve termine, la cannabis può averne di medio periodo, come problemi di memoria, concentrazione e coordinazione.
E poi c'è il pericolo che l'assunzione di cannabis, nelle varie forme, può comportare ricordare nuove informazioni, prestare attenzione o muoversi speditamente. E questo può essere alla base di rallentamenti dei tempi di reazione, con quel che ne consegue se ci s mette al volante sotto il condizionamento della cannabis, ormai uno delle principali cause di incidenti stradali. Peraltro, i potenziali effetti di una bevanda infusa di cannabis possono essere avvertiti in soli 15-20 minuti, rispetto ai 30-90 minuti di un edibile, secondo un recente articolo di un professore della Harvard Medical School, il dottor Staci Gruber.
Gli Usa hanno un mosaico di regolamenti che regolano la vendita di prodotti a base di cannabis, con i singoli Stati che mettono vari paletti, come quello dell'età minima. Le bevande al THC possono essere vendute legalmente in 44 Stati in totale, 37 dei quali consentono la vendita al di fuori dei sistemi di dispensari di marijuana. In quelle aree, le bevande possono essere comunemente trovate in ristoranti, bar, negozi di alimentari e negozi di liquori.
Le bevande a base di cannabis hanno persino attirato l'attenzione di importanti rivenditori come Target. La catena ha confermato che sta testando la vendita di bevande al THC in alcuni suoi negozi di liquori in Minnesota. Mentre altri rivenditori, come Total Wine & More, vendono già bevande a base di cannabis, Target è il protagonista della grande distribuzione a esplorare questo mercato.
Whitney Economics stima che ci siano da 500 a 750 marchi che commercializzano bevande a base di cannabis. Di questi, circa 30 sono etichette considerevoli con distribuzione nazionale, mentre il resto sono marchi regionali e locali. Anche marchi di alcolici stanno testando questo segmento, ideando proprie bevande infuse di THC.