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Social e corpo: il 70% degli adolescenti vorrebbe cambiare aspetto

 
Social e corpo: il 70% degli adolescenti vorrebbe cambiare aspetto
Redazione

Pressione sociale e stereotipi: un’eco che ferisce

Una recente indagine condotta da Webboh Lab per ActionAid, diffusa l’8 settembre 2025, mette in luce una realtà allarmante: 8 adolescenti su 10 criticano il proprio corpo, e 6 su 10 sono stati presi in giro per caratteristiche fisiche come peso, altezza o colore della pelle. I social media aggravano questa insicurezza: pur riconoscendo che i corpi perfetti online siano irrealistici, oltre il 70% dei ragazzi dichiara di voler cambiare aspetto per adeguarsi a quegli standard.

Maschere sociali: ruoli rigidi, identità fragili

Lo studio mostra che l’80% degli adolescenti riceve costantemente messaggi su come “essere maschi o femmine”. Nonostante ciò, 7 ragazzi su 10 non hanno figure di riferimento a cui chiedere chiarimenti su sesso e relazioni, finendo spesso per affidarsi alla pornografia come principale fonte informativa.

Giovani in cerca di un dialogo autentico

L’indagine, finanziata dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai con i fondi 8×1000, ha coinvolto 14.700 adolescenti tra i 14 e i 19 anni: 51% maschi, 43% femmine e 6% con identità fluide o non binarie. Da questa vasta base emergono cinque profili di giovani:

  • Anti-stereotipi e Vigili culturali (46%), capaci di sviluppare una mente critica e inclusiva.

  • Tradizionalisti inconsapevoli (21%), che riproducono stereotipi senza accorgersene.

  • Giustificazionisti (16%), che arrivano a colpevolizzare le vittime e giustificare la violenza come “amore”.

  • Progressisti distorti (17%), che rifiutano alcuni stereotipi ma legittimano controllo e giudizio.

Le richieste (inascoltate) degli adolescenti

Sempre più ragazzi riconoscono i danni causati dalla pornografia nella rappresentazione di relazioni e consenso. Chiedono con forza più educazione su: consenso e piacere (32,2%), relazioni positive (25,3%), orientamenti sessuali e identità di genere (16,5%). Tuttavia, dal mondo politico arrivano segnali deboli: i giovani lamentano una lettura binaria dei generi e la mancanza di programmi di educazione affettiva realmente efficaci.

Youth For Love: una risposta concreta (ancora limitata)

Il progetto Youth For Love, attivo dal 2019 e ampliato per il biennio 2024-2025, rappresenta una delle poche risposte concrete. Ha coinvolto 440 studenti, oltre 100 docenti e diverse attività di peer-education in scuole di Milano, Roma, Calabria e Sicilia. Obiettivo: prevenire la violenza tra pari, sensibilizzare genitori e istituzioni, offrire agli adolescenti strumenti per vivere relazioni sane. Un passo importante, ma ancora insufficiente a colmare il vuoto educativo denunciato dai ragazzi.