Era da un po' che non si vedeva più il BTP Italia: le ultime emissioni del Tesoro, infatti, hanno avuto come protagonisti i BTP+ e il famoso BTP Valore
di Luca Lippi
Periodo di collocamento: da martedì 27 maggio a giovedì 29 maggio per i risparmiatori retail; venerdì 30 maggio riservato agli investitori istituzionali. Durata del titolo: 7 anni, con scadenza fissata al 4 giugno 2032. Struttura delle cedole: semestrali indicizzate all’inflazione italiana, calcolate sul capitale rivalutato. In parole semplici, se i prezzi salgono, salgono anche le cedole. Tasso minimo garantito: comunicato lunedì 26 maggio, prima dell’apertura del collocamento. Premio fedeltà finale: uno per cento extra sul capitale investito, ma solo per chi acquista all’emissione e mantiene il titolo fino a scadenza.
Vantaggi fiscali:
- Tassazione agevolata al 12,5 per cento
- Esente da imposta di successione
- Escluso dal calcolo ISEE fino a 50.000 euro investiti, come da Legge di Bilancio 2024.
A chi è rivolto: soprattutto ai piccoli risparmiatori che vogliono proteggersi dall’inflazione senza rinunciare alla semplicità. Rischi da considerare: il capitale è garantito solo a scadenza. In caso di vendita anticipata si potrebbe concretizzare una perdita. Il premio fedeltà si perde se vendi prima della scadenza.
COS’E’ IL BTP ITALIA
Partiamo dalle basi. Il BTP Italia è un Titolo di Stato emesso dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, pensato per offrire agli investitori una protezione reale contro l'aumento del costo della vita. La sua caratteristica principale, infatti, è che è indicizzato all'inflazione italiana, cioè ai movimenti dei prezzi nel nostro Paese.
Per essere più precisi, il BTP Italia è legato a un particolare indice con cui si misura l'inflazione, ovvero l'indice FOI (l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, esclusi i tabacchi). È questo l'indice utilizzato per calcolare la variazione dei prezzi in Italia, ed è su questa base che viene rivalutato il valore delle cedole pagate dal titolo, da non confondere con i BTP indicizzati all'inflazione europea. Ogni volta che lo Stato paga la cedola, l'investitore non riceve un tasso fisso (come accade per i BTP tradizionali), ma una cedola variabile che si compone di due parti: un tasso reale minimo garantito, deciso in anticipo al momento dell'emissione, più una parte legata all'inflazione effettiva, cioè alla variazione positiva dell'indice FOI nel periodo di riferimento.
Facciamo un confronto per chiarire. Un BTP classico, per esempio un BTP a 10 anni, paga sempre la stessa cedola per tutta la durata del titolo, a prescindere da come variano i prezzi al consumo. Quindi, se il tasso cedolare è del quattro per cento e il capitale investito è di 10.000 euro, la cedola annuale sarà sempre di 400 euro lordi, indipendentemente da come varia l'inflazione.
PROTEGGE DALL'AUMENTO GENERALIZZATO DEI PREZZI
Il BTP Italia, invece, si adatta: se l'inflazione sale, la cedola aumenta; se l'inflazione scende, la cedola si riduce. Ma non scende mai sotto un tasso prefissato, chiamato tasso reale minimo. Quindi un BTP Italia col tasso minimo garantito fissato al due per cento, all’aumento dell’inflazione la cedola potrà essere superiore al due per cento, se l'inflazione dovesse diminuire, la cedola non potrà comunque scendere sotto il due per cento. Con un investimento di 10.000 euro nominali, è assicurata la cedola lorda di 200 euro.
In estrema sintesi: il BTP Italia protegge dall'aumento generalizzato dei prezzi (perché le cedole crescono se cresce l'inflazione), ha un tasso reale minimo garantito (sotto il quale la cedola non può mai scendere) e restituisce il capitale nominale alla scadenza (cioè 100), indipendentemente da com'è andata l'inflazione.
BREAK-EVEN INFLATION
La scelta del BTP Italia necessita capire cosa il mercato pensa dell'inflazione futura, e qui entra in gioco un indicatore molto utile: la cosiddetta break-even inflation. È il tasso di inflazione implicito nei prezzi dei titoli di Stato, calcolato confrontando il rendimento di un titolo a tasso fisso (come un normale BTP) con quello di un titolo indicizzato all'inflazione (come un BTP Italia).
Ad esempio, se un BTP a dieci anni offre un rendimento annuo del cinque per cento e un BTP indicizzato all'inflazione con la stessa scadenza ha un tasso reale del due per cento, la break-even inflation è pari al tre per cento. Significa che il mercato si aspetta che l'inflazione media nei prossimi dieci anni sarà intorno al tre per cento
Il valore della break-even inflation rappresenta, in sostanza, l'aspettativa che il mercato ha sull'andamento dell'inflazione futura. Se l'inflazione nei prossimi anni sarà superiore al tre per cento, allora avrà avuto più senso investire nel titolo indicizzato; se invece sarà inferiore al tre per cento, avrebbe reso di più il titolo a tasso fisso.
Nel caso in cui l'inflazione reale coincida esattamente con la break-even, i due investimenti, ovvero il BTP a tasso fisso e il BTP indicizzato all'inflazione, daranno lo stesso rendimento. Questo perché il mercato tende ad apprezzare correttamente i titoli nel loro complesso, anche se hanno caratteristiche diverse tra loro.
Quindi, i titoli indicizzati non sono necessariamente sempre la scelta migliore. I titoli indicizzati all'inflazione hanno un rendimento maggiore rispetto a un BTP a tasso fisso di pari scadenza solo se l'inflazione futura supera le attese; in caso contrario, potrebbero addirittura penalizzare il rendimento, rendendoli meno convenienti dei loro fratelli a tasso fisso.
NON SAPPIAMO SE SARA' UNA SCELTA VINCENTE
Il BTP Italia di prossima emissione, rappresenta uno strumento pensato per offrire una protezione concreta dall'inflazione, tema ancora molto rilevante per tanti risparmiatori. Tuttavia, al momento non è possibile esprimere un giudizio definitivo sulla sua convenienza, poiché manca un'informazione chiave: il tasso reale minimo garantito, che verrà comunicato solo pochi giorni prima dell'inizio del collocamento. Questo dato è fondamentale per un confronto ragionato con altri strumenti disponibili (BTP a tasso fisso, altri titoli indicizzati). Senza conoscerlo, ogni valutazione rischia di essere incompleta o fuorviante.
Attenzione però: anche conoscendo quel tasso, non si potrà sapere con certezza se il BTP Italia sarà una scelta vincente, perché l'altra grande variabile è l'inflazione futura, imprevedibile. Per questo, più che cercare il "titolo perfetto", ha molto più senso ragionare in ottica di portafoglio. Un titolo come il BTP Italia può sicuramente avere un ruolo all'interno di una strategia di investimento ben costruita, soprattutto come copertura contro un eventuale scenario di inflazione persistente. Una quota di titoli indicizzati all'inflazione, se coerente con i propri obiettivi e orizzonti temporali, può essere una componente utile, ma attenzione a non esagerare.