In Italia un approccio clinico e multidisciplinare per restituire funzione, salute e dignità alle donne vittime di MGF
Chirurgia plastica e mutilazioni genitali femminili: le nuove frontiere ricostruttive in Italia
Oltre 200 milioni di donne nel mondo convivono oggi con gli esiti delle mutilazioni genitali femminili (MGF), una pratica lesiva e violenta che riguarda anche l’Europa e l’Italia, dove sono circa 88.000 le donne coinvolte e oltre 3 milioni le bambine considerate a rischio ogni anno, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
In Italia, la crescente consapevolezza sociale e clinica ha portato negli ultimi anni allo sviluppo di percorsi terapeutici dedicati, con al centro la chirurgia plastica ricostruttiva come strumento non solo di guarigione fisica, ma anche di recupero dell'identità femminile e della funzione sessuale.
Cosa sono le MGF e quali danni provocano
Le MGF sono pratiche antiche, spesso perpetrate per motivi culturali o religiosi, che comportano l’asportazione parziale o totale di parti dei genitali femminili. Sono suddivise in quattro gradi principali:
- Tipo 1: rimozione del clitoride esterno (glande).
- Tipo 2: asportazione anche delle piccole labbra.
- Tipo 3: infibulazione, ovvero il restringimento dell’introito vaginale, talvolta con sutura delle grandi labbra.
- Tipo 4: forme meno codificate, come punzonatura o incisioni.
Le conseguenze fisiche e psicologiche sono devastanti: infezioni, dolore cronico, disfunzioni sessuali, infertilità, problemi ostetrici, ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico.
Le soluzioni chirurgiche per ricostruire
Negli ultimi anni, anche grazie all’impegno della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica (SICPRE) e a iniziative cliniche multidisciplinari nate in strutture universitarie e ospedaliere d’eccellenza, sono stati codificati protocolli chirurgici per il trattamento delle MGF.
A seconda del tipo e dell’estensione della mutilazione, le tecniche ricostruttive variano, e possono includere:
- Rimozione delle cicatrici e riesposizione della parte residua del clitoride, ancorandola ai tessuti vicini per ripristinarne la funzione.
- Ricostruzione del clitoride tramite lembi di mucosa vaginale sagomati e trasposti nella sede anatomica.
- Ricostruzione delle piccole labbra attraverso lembi perforanti prelevati dalla regione perineale, ruotati e suturati lungo il canale vaginale.
- Deinfibulazione laser-assistita, indicata per liberare le strutture sottostanti nei casi di infibulazione.
- Plastiche a Z, per prevenire retrazioni cicatriziali e migliorare l’elasticità dei tessuti.
Quando serve ripristinare volume, vascolarizzazione e rigenerazione tissutale, si ricorre al lipofilling (innesto di tessuto adiposo prelevato dalla stessa paziente, ricco di cellule staminali) e all’infiltrazione di PRP (plasma ricco di piastrine), una tecnica che stimola la guarigione tramite fattori di crescita naturali.
Un modello multidisciplinare: chirurgia e supporto psicologico
I casi di MGF, oggi seguiti anche da alcune Breast Unit italiane, richiedono un modello assistenziale integrato: non solo il chirurgo plastico, ma anche ginecologo, psicologo, mediatore culturale e assistente sociale. L’obiettivo è affrontare la mutilazione come trauma complesso, offrendo non solo la ricostruzione fisica, ma anche il supporto psicologico ed emotivo necessario alla piena riappropriazione del corpo e della sessualità.
Fondamentale è informare le pazienti che questi interventi, se indicati, sono erogati gratuitamente all’interno del Sistema Sanitario Nazionale, a patto che siano svolti in centri accreditati e dotati di esperienza clinica specifica.
L’importanza dell’informazione e della rete clinica
A un anno dal Summit nazionale del 2024 tenutosi a Padova – evento che ha segnato una tappa decisiva nella sensibilizzazione scientifica italiana sul tema – i frutti del lavoro multidisciplinare si stanno consolidando in una rete di professionisti che operano in sinergia per ridare salute e dignità a chi ha subito violenza.
La chirurgia plastica, in questo scenario, si propone non come atto estetico, ma come atto terapeutico e riparativo, capace di trasformare la sofferenza in rinascita.
Redazione
https://www.ore12web.it/2025/06/13/futuro-chirurgia-plastica-bassetto/