Solo il 42% dei cittadini ha fornito il consenso alla consultazione: forti le diseguaglianze territoriali. Piemonte e Veneto in testa, Sud fanalino di coda
La Fondazione GIMBE ha pubblicato i risultati dell’analisi sull’attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) nelle Regioni italiane. Un monitoraggio che evidenzia come, nonostante le direttive del Decreto del Ministero della Salute del 7 settembre 2023 – che ha definito le caratteristiche del nuovo FSE 2.0 – la situazione resti estremamente disomogenea a livello nazionale.
Cosa contiene oggi il FSE 2.0
Su 16 documenti sanitari previsti dal decreto e monitorati sul portale ufficiale del FSE 2.0, solo 4 risultano attualmente disponibili in tutte le Regioni:
- Lettera di dimissione ospedaliera
- Referti di laboratorio
- Referti di radiologia
- Verbale di pronto soccorso
Altri documenti importanti, come il profilo sanitario sintetico e le prescrizioni farmaceutiche o specialistiche, sono presenti in oltre l’80% delle Regioni. Tuttavia:
- Il certificato vaccinale e il documento di erogazione delle prestazioni specialistiche sono disponibili solo nel 71% delle Regioni e Province Autonome (15 su 21).
- Il documento di erogazione dei farmaci e la scheda della singola vaccinazione nel 67% (14 Regioni).
- Il referto di anatomia patologica e il taccuino personale dell’assistito nel 62% (13 Regioni).
- La lettera di invito per screening o vaccinazioni solo nel 29% (6 Regioni).
- La cartella clinica completa è presente solo nel FSE del Veneto.
Nel complesso, nessuna Regione fornisce il 100% dei documenti previsti. Le più virtuose sono Piemonte e Veneto, che raggiungono il 93% di copertura. Le meno performanti sono Abruzzo e Calabria, ferme al 40%.
I servizi digitali attivi: fino a 45 funzioni, ma con forti diseguaglianze
Oltre ai documenti, i FSE regionali mettono a disposizione dei cittadini fino a 45 servizi digitali, tra cui:
- Pagamento ticket e prestazioni
- Prenotazione visite ed esami
- Consultazione delle liste d’attesa
- Scelta e revoca del medico di base
Anche qui le differenze tra Regioni sono nette:
- Solo Toscana (56%) e Lazio (51%) superano il 50% dei servizi attivati.
- In fondo alla classifica, Calabria offre appena il 7% dei servizi previsti.
Consenso alla consultazione dei dati: solo il 42% dei cittadini ha detto sì
Il dato più critico riguarda il consenso espresso dai cittadini alla consultazione del proprio FSE da parte dei medici.
Al 31 marzo 2025:
- Solo il 42% degli italiani ha dato il consenso.
- Il divario è drammatico: si passa dal 92% in Emilia-Romagna a solo l’1% in Abruzzo, Calabria e Campania.
- Tra le Regioni del Sud, solo la Puglia (73%) supera la media nazionale.
Un progetto ancora frammentato
Nonostante le risorse e l’urgenza di digitalizzazione della sanità pubblica, il Fascicolo Sanitario Elettronico continua a risentire di ritardi, frammentazioni e diseguaglianze regionali. L’obiettivo del FSE 2.0 – creare un sistema sanitario più efficiente, trasparente e accessibile – resta ancora lontano, soprattutto nelle Regioni del Mezzogiorno.
Redazione