Alessio Tucci ha confessato l’omicidio della 14enne. I genitori invocano giustizia: “Era bella come il sole”. Fiaccolata in città, rabbia e dolore di un’intera comunità.
“Era bella come il sole, mia figlia. Voglio giustizia, voglio l’ergastolo per chi me l’ha strappata.”
Le parole, pronunciate con voce spezzata dalla madre di Martina Carbonaro, 14 anni, assassinata brutalmente dal suo ex fidanzato, squarciano il silenzio che da ore avvolge la città. Il presunto colpevole, Alessio Tucci, 18 anni, ha confessato: “L’ho uccisa perché mi aveva lasciato.” Il suo arresto è avvenuto nella notte tra il 27 e il 28 maggio.
La dinamica del femminicidio
Martina era scomparsa la sera del 26 maggio, dopo essere uscita per prendere un gelato. Non avrebbe mai dovuto incontrare Alessio, ma lo ha fatto. Forse per chiarire, forse per mettere fine a quel legame ormai chiuso. Poco dopo, la tragedia: colpita a morte con una pietra, il suo corpo è stato ritrovato in un armadio abbandonato in un edificio fatiscente vicino all’ex stadio Moccia, grazie all’intervento congiunto di Carabinieri e Procura di Napoli Nord.
Una confessione agghiacciante
Tucci, classe 2006, operaio edile, è crollato dopo ore di interrogatorio. Prima i tentennamenti, le contraddizioni, poi la confessione: “Mi ha lasciato, non voleva tornare con me.” Ora è detenuto con le pesanti accuse di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. Le indagini sono state supportate da video di sorveglianza e impronte digitali.
Il dolore della famiglia
Sconvolgenti le parole della madre di Martina, Enza Cossentino, affidate anche ai social: “Chi ti ha fatto del male la pagherà. Voglio l’ergastolo per questo ragazzo. Tornerò a casa e troverò la tua stanzetta vuota.” Il padre della ragazza, stretto in un silenzio carico di rabbia e impotenza, si limita a dire: “La legge deciderà, ma deve pagare per quello che ha fatto.”
La voce degli esperti: Crepet e il rifiuto dell’alibi del raptus
Durissimo il commento dello psichiatra Paolo Crepet, che rifiuta il concetto di raptus: “È un insulto all’umanità. Questo non è un mostro improvviso, è un fallimento sociale. I social, l’assenza dei genitori, l’omertà. Basta con le favole: a 13 anni nessuno dovrebbe avere un profilo social.”
La comunità sotto shock: fiaccolata e cordoglio
La città intera si è stretta attorno ai familiari con una fiaccolata promossa dal Comune di Afragola. Il sindaco Antonio Pannone, con voce commossa, ha dichiarato: “Una tragedia inaccettabile. La nostra comunità è devastata. Ogni sforzo sarà fatto per fare giustizia.”
di Redazione