La lingua italiana accoglie sempre più parole provenienti dall’inglese, in molti casi senza adattarle o tradurle. Oggi si parla di meeting invece che riunione, di smart workinginvece di lavoro da remoto e di welfare al posto di politiche sociali. Anche nel linguaggio del lavoro si usano termini come job (lavoro), task (compito), deadline (scadenza) o feedback (commento, valutazione).
Lingua italiana: sempre più parole inglesi tra lavoro, tecnologia e social media
Nel mondo digitale, l’influenza anglofona è ancora più forte. Si parla di deviceper indicare un dispositivo elettronico, di app per le applicazioni sullo smartphone, e di update per un aggiornamento. I social media hanno introdotto parole come like (mi piace), follower (seguace), post (contenuto pubblicato), hashtag (etichetta preceduta dal simbolo #) e live (diretta). Anche l’intelligenza artificiale, detta anche AIdall’inglese Artificial Intelligence, ha portato nuovi termini come bot (programma automatico), chatbot (assistente virtuale che conversa) e prompt (istruzione scritta da dare a un sistema).
Tra i più giovani, espressioni inglesi si usano anche nel linguaggio affettivo o relazionale. Si sente dire crush per parlare di una cotta amorosa, brat (viziato) per descrivere un atteggiamento infantile e provocatorio, oppure bestie (da besties) per indicare le migliori amiche. Sempre più spesso, si usa mood (umore) per descrivere uno stato d’animo e trigger (grilletto, ma in senso psicologico: stimolo emotivo negativo) per parlare di qualcosa che provoca disagio o fastidio. Anche la cronaca e la politica assorbono termini in inglese. Si è parlato, ad esempio, di Pandoro-gate per indicare uno scandalo legato a un dolce natalizio sponsorizzato da un influencer. Nel linguaggio economico e finanziario, termini come budget (bilancio), spread (differenza tra tassi di interesse), default (fallimento) e recovery fund (fondo per la ripresa economica) sono all’ordine del giorno.
Questo uso massiccio dell’inglese crea due effetti principali. Da un lato, rende più difficile la comprensione per chi non ha familiarità con questa lingua, specialmente tra le persone anziane o meno istruite. Dall’altro, può dare l’impressione che l’italiano non sia più in grado di esprimere idee moderne, tecnologiche o internazionali. Di certo l’inglese continuerà ad avere un ruolo nell’italiano, soprattutto nei settori legati all’innovazione e alla rete. Tuttavia, è importante ricordare che la lingua italiana ha gli strumenti per creare nuove parole e restare viva. Basta volerla usare.