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Dai papiri carbonizzati emergono nuovi dettagli su Zenone, fondatore dello Stoicismo

 
Dai papiri carbonizzati emergono nuovi dettagli su Zenone, fondatore dello Stoicismo
di Sofia Diletta Rodinò

La tecnologia della “termografia attiva” apre un varco sui rotoli di Ercolano: la ricerca di Università di Pisa e Cnr, pubblicata su Scientific Reports, restituisce inediti tratti biografici del filosofo e arricchisce le edizioni di Filodemo. Una svolta per papirologia, filologia classica e storia della filosofia.

C’è una buona notizia che parla italiano e che attraversa due millenni di storia: grazie a tecnologie sofisticate applicate ai papiri carbonizzati di Ercolano, gli studiosi hanno recuperato passi prima invisibili che gettano luce su Zenone di Cizio, il fondatore dello Stoicismo. È il risultato di una ricerca congiunta dell’Università di Pisa e del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), conservata presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli e pubblicata su Scientific Reports, nell’ambito del progetto ERC Advanced Grant 885222 — GreekSchools, coordinato da Graziano Ranocchia.

La notizia è doppia. Da un lato, il ritratto di Zenone acquista tratti concreti — debolezza fisica, frugalità, tendenza all’isolamento — che confermano l’immagine di un asceta dedito alla riflessione filosofica; dall’altro, la qualità delle immagini e la leggibilità dei testi raggiungono un livello tale da arricchire sensibilmente le nuove edizioni di opere stoiche, pitagoriche/mediche ed epicuree. Per la Storia della scuola stoica di Filodemo, ad esempio, si registra un +10% di testo greco rispetto all’edizione del 1994; altri rotoli crescono del +45% e del +30%, cambiando persino le attribuzioni.

Zenone, tra ascesi e polemiche: uno sguardo inedito dal PHerc. 1018

Le testimonianze riaffiorate compongono una figura umana e storica più nitida. L’alimentazione frugale e l’evitamento dei banchetti delineano un comportamento coerente con l’ideale stoico di autodisciplina e padronanza di sé (vivere secondo virtù, ragione e natura). Ma è anche una storia di ricezione e critica: il PHerc. 1018 offre spunti sulla reputazione di Zenone e sulla moralità della sua Repubblica. Come spiega Graziano Ranocchia:

“Nel papiro PHerc. 1018, contenente la Storia della scuola stoica, la famosa opera di Zenone di Cizio, la Repubblica, viene descritta come moralmente discutibile poichè vi si raccomandano pratiche sessuali e sociali considerate imbarazzanti. Zenone, di origine fenicia, è oggetto di scherno per la sua scarsa padronanza della lingua greca, segno del disprezzo dei greci verso gli stranieri non di lingua greca” spiega Graziano Ranocchia. “Si riporta anche che egli lamentatosi durante un banchetto o un bagno termale di essere stato messo vicino all’ingresso, viene accusato di infastidire i giovani con le sue chiacchiere e rimproveri, e viene deriso per la sua presunta incapacità di fornire ai presenti un semplice calderone d’acqua calda. Si rileva tuttavia che alla sua morte, a causa della sua grande rinomanza filosofica, gli furono tributati solenni funerali pubblici”.

Il quadro che emerge non è agiografico ma storicamente vivo: ironie linguistiche, contrasti di costume, onori postumi. Tasselli che, insieme, spostano il baricentro dalla leggenda al documento.

La svolta tecnologica: termografia attiva e immagini “leggibili”

Il cuore della scoperta sta nella tecnologia. Per la prima volta, i ricercatori di Cnr-Ispc e Cnr-Isasi hanno applicato ai papiri la termografia attiva, ottenendo un contrasto sorprendente tra inchiostro e supporto carbonizzato, comparabile solo all’imaging iperspettrale a onda corta (SWIR). L’indagine, condotta con laboratori mobili presso l’Officina dei Papiri Ercolanesi della Biblioteca Nazionale di Napoli, ha beneficiato della strumentazione portatile sviluppata nel progetto MUR PON IR SHINE, a potenziamento della piattaforma MOLAB nell’ambito di E-RIHS-ERIC.

“Finalmente possiamo disporre di una serie di immagini perfettamente leggibili di vari papiri ercolanesi con un contrasto e una risoluzione accettabili per il loro studio, lettura ed edizione, con ricadute significative per la nostra conoscenza di momenti e protagonisti della storia della filosofia greca”, dichiara Graziano Ranocchia.

“La diagnostica non invasiva del patrimonio culturale si sta arricchendo di nuovi metodi avanzati, sempre più spesso applicati in modo integrato, che consentono di visualizzare caratteristiche dei materiali altrimenti inaccessibili”, afferma Costanza Miliani, direttrice del Cnr-Ispc. “In questo contesto, la termografia attiva, una tecnica di imaging nel dominio infrarosso, si è dimostrata particolarmente efficace nell’analisi dei papiri carbonizzati di Ercolano. Questo approccio consente di acquisire segnali di contrasto tra l’inchiostro carbonioso e il supporto papiraceo fortemente alterato dalla carbonizzazione, rendendo visibili testi quasi completamente illeggibili a occhio nudo. Si tratta di un progresso significativo, che apre nuove prospettive tanto per lo studio filologico dei testi quanto per la conservazione consapevole di materiali estremamente fragili”.

“Questo risultato rappresenta un riconoscimento importante per i nostri laboratori di diagnostica ottica, in particolare per quello di Termografia e IR Imaging, che da anni sviluppano e applicano metodologie innovative per l’indagine non invasiva dei beni culturali”, prosegue Ivo Rendina, direttore del Cnr-Isasi. “L’applicazione ai papiri ercolanesi dimostra come tecniche d’imaging avanzate, opportunamente adattate al contesto storico-archeologico, possano restituire alla comunità scientifica e alla società un patrimonio di conoscenze rimasto finora inaccessibile, contribuendo allo stesso tempo a orientare le strategie di conservazione”.

Edizioni più ricche (e qualche sorpresa che cambia la storia dei testi)

Gli incrementi di testo non sono un vezzo filologico: significano nuovi dati, nuove cronologie, nuove attribuzioni. Il progetto GreekSchools offre tre casi esemplari:

  • Storia della scuola stoica (PHerc. 1018) di Filodemoa cura di Kilian Fleischer (Università di Tubinga): +10% di testo greco rispetto al 1994, con effetti diretti sulla vita e cronologia di Zenone e sulla ricezione di Crisippo e Panezio.

  • PHerc. 1508a cura di Eleni Avdoulou: +45% di testo e cambio di natura dell’opera; non una storia della scuola pitagorica, ma una storia della medicina o una biografia di medici greci (da Acrone di Agrigento a Eurifonte di Cnido).

  • PHerc. 1780a cura di Carlo Pernigotti: +30% di testo e rivelazione del contenuto reale: una raccolta di testamenti di esponenti della scuola epicureal’unico testo documentario nella collezione ercolanese.

È un riposizionamento critico con effetti a catena su manuali, apparati, storie delle scuole.

“Il Progetto GreekSchools”, aggiunge Alessandro Lenci, direttore del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, “dimostra l’importanza di un approccio multidisciplinare alla ricerca umanistica, un tratto caratteristico di molte ricerche condotte dal nostro Dipartimento”.

Grande soddisfazione è stata espressa, infine, dalla direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli, Silvia Scipioni: “In passato, i tentativi di svolgimento e lettura dei papiri ercolanesi hanno determinato severi danneggiamenti ai manufatti, la cui estrema fragilità impone sempre una doverosa cautela nella valutazione delle metodiche di analisi. Le nuove tecnologie utilizzate dall’equipe guidata dal prof. Ranocchia, consentendo la ricostruzione di ampie porzioni di testo prima illeggibili senza alcun deterioramento dei papiri, conciliano dunque perfettamente le fondamentali esigenze di tutela di questi materiali con quelle, altrettanto importanti, dello studio e della ricerca”. La partecipazione della Biblioteca Nazionale di Napoli al progetto GreekSchools insieme all’Università di Pisa e al Cnr, la vede per la prima volta co-beneficiaria di un progetto finanziato dalla Commissione Europea.

Perché questa scoperta conta (oggi)

Per gli storici della filosofia, la possibilità di leggere meglio significa comprendere meglio: biografie meno stereotipate, scuole meno astratte, testi più complessi. Per le discipline del patrimonio culturale, è la conferma che la diagnostica non invasiva — in questo caso, la termografia attiva — può salvare, svelare e orientare. Per il pubblico, è un invito a rileggere lo Stoicismo al di là dei motivi di moda: virtù, ragione, autocontrollo non sono slogan ma pratiche storiche che prendono voce da materiali fragilissimi e pagine bruciate.

La Stoa torna così a parlare dai suoi archivi più estremi, e Zenone riemerge non come icona immobile ma come uomo tra uomini, attraversato da critiche, limiti, onori. Nel segno — stoicamente — della realtà.