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Nei Pronto Soccorso italiani mancano 3.500 medici

 
Nei Pronto Soccorso italiani mancano 3.500 medici

Secondo la SIMEU, nei Pronto Soccorso italiani mancano almeno 3.500 medici. Il 38% dei reparti è privo di personale dipendente del SSN

L’ultima indagine della Società italiana di Medicina dell’emergenza urgenza (SIMEU) - condotta con l’obiettivo di fotografare la reale situazione del personale medico che oggi opera nei Pronto Soccorso sotto il profilo quantitativo e qualitativo - descrive una situazione drammatica: gli operatori sono inferiori al numero necessario, frammentati in una miriade di soluzioni contrattuali (cooperative di gettonisti incluse, di cui non si può fare a meno), tali da configurare un contesto di sostanziale impoverimento, che impone provvedimenti non più rinviabili.

L’indagine SIMEU: partecipazione e dati raccolti

All’indagine hanno partecipato i direttori di 153 strutture di MEU distribuite sul territorio nazionale, corrispondenti a oltre 7 milioni di accessi nel 2024, pari a più del 37% del totale degli accessi di Pronto Soccorso che nel 2024 sono stati circa 19 milioni. Il campione esaminato è composto per il 26% da Dipartimenti di emergenza e accettazione (Dea) di II livello, per il 57% da Dea di I livello e per il 17% da Pronto soccorso. 

Medici assenti e soluzioni tampone: il ricorso alle cooperative

Secondo la proiezione nazionale mancano all’appello almeno 3.500 medici e nonostante tutte le toppe tra cooperative e prestazioni aggiuntive resta “totalmente assente” il 17% dei camici bianchi necessari. In cifre, la proiezione nazionale rileva che almeno 550 medici siano “del tutto assenti e non sostituiti con alcuna soluzione contrattuale”. Dall’altra parte, a quasi il 60% delle carenze si fa fronte con variegate soluzioni contrattuali: per lo più cooperative (18%), a seguire liberi professionisti (16%), prestazioni aggiuntive (15%), specializzandi in libera professione impiegati nell’8% dei casi.

Il presidente Riccardi: “Dati sottostimati, servono interventi urgenti”

Nel dettaglio, solo il 62% dei reparti è coperto con dirigenti medici dipendenti del Ssn mentre per il 38% si fa ricorso ad altre figure professionali o si resta “scoperti”. Proiettando i dati sul totale nazionale, rilevano dalla SIMEU, a fronte dei 9.000 medici necessari solo 5.500 sono presenti. “Il dato dei 3.500 dirigenti medici che mancano all’appello” – ha osservato il presidente Simeu Alessandro Riccardi – “è certamente sottostimato per varie ragioni. Tra le principali, le maggiori carenze accusate da strutture più piccole che sfuggono a questa ultima rilevazione. Il 38% di carenze organiche è comunque un dato pesantissimo, che ripropone il tema della qualità e dell’attrattività del lavoro in Medicina d’emergenza urgenza”.

Redazione