In Italia, le coppie con problemi di infertilità impiegano mediamente tra i 4 e i 5 anni per intraprendere un percorso terapeutico adeguato, che includa – se necessario – la riproduzione medicalmente assistita (RMA). Un ritardo che può compromettere seriamente le probabilità di successo dei trattamenti: fino al 22% in meno nel caso di un solo anno di attesa
È questo il dato più allarmante emerso da un’indagine condotta dalla Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU), presentata in occasione del Congresso Nazionale SIRU che si terrà dall’8 al 10 maggio a Verona, dal titolo emblematico: “Il tempo nella riproduzione”.
Le coppie non sono adeguatamente orientate
“Il ritardo nell’accesso ai trattamenti è spesso legato alla mancanza di linee guida chiare e Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA) ben strutturati – spiega Paola Piomboni, presidente della SIRU –. Ciò genera confusione e smarrimento nelle coppie, che faticano a orientarsi tra consultori, medici di base e centri specializzati”.
Secondo uno studio pubblicato su Human Reproduction nel 2021, un ritardo di 6 mesi nell’avvio della fecondazione in vitro può ridurre le possibilità di nascita del:
- 5,6% nelle donne tra i 36 e i 37 anni,
- 9,5% tra i 38 e i 39 anni,
- 11,8% tra i 40 e i 42 anni.
Valori che raddoppiano con un ritardo di 12 mesi, fino a raggiungere il 22,4% nelle fasce d’età più avanzate.
Necessaria una riforma a partire dai medici di famiglia e consultori
“Una riforma del sistema RMA è ormai indifferibile – sottolinea Antonino Guglielmino, fondatore della SIRU –. I PDTA rappresentano una vera e propria rete di sicurezza sanitaria, che dovrebbe partire dai medici di famiglia e dai consultori per arrivare ai centri di fertilità, garantendo esami mirati e terapie efficaci senza perdite di tempo”.
La sentenza del TAR del Lazio
Sul fronte normativo, una svolta importante è arrivata con la recente sentenza del TAR del Lazio, che ha accolto il ricorso presentato da SIRU insieme a SIU, UROP e CECOS Italia. Il tribunale ha annullato le Linee Guida ministeriali sulla RMA del marzo 2024, in quanto non redatte secondo i criteri previsti dal Sistema Nazionale delle Linee Guida, introdotto dalla Legge Gelli-Bianco.
Ma le criticità non finiscono qui. Sebbene i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per la riproduzione assistita siano entrati in vigore il 1° gennaio 2025, la loro attuazione è ancora disomogenea sul territorio nazionale. La discrezionalità regionale, la carenza di centri pubblici accreditati e i lunghi tempi di attesa creano forti disparità di accesso, minando i principi di equità del Servizio Sanitario Nazionale.
Il Congresso SIRU si propone di essere un punto di partenza per costruire un sistema più efficiente, giusto e tempestivo.
Redazione