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Shutdown USA: uffici chiusi, stipendi bloccati e rischi per l’economia

 
Shutdown USA: uffici chiusi, stipendi bloccati e rischi per l’economia
Luca Lippi

America in Stallo? Un film già visto! Uffici Chiusi, Stipendi Bloccati. Il governo degli Stati Uniti è “in paralisi” a causa di uno scontro politico sul bilancio. Milioni di dipendenti pubblici restano a casa senza stipendio, mentre i servizi essenziali continuano a funzionare a singhiozzo. La situazione crea moderata incertezza sui mercati, le conseguenze maggiori potrebbero ripercuotersi sul cambio Euro/Dollaro.

COSA SI INTENDE PER SHUTDOWN

Quando il governo federale americano entra in quella che viene definita la "chiusura" delle attività, accade qualcosa di molto semplice e allo stesso tempo grave: finiscono i soldi per finanziare gran parte della macchina statale. La conseguenza immediata è che centinaia di migliaia di dipendenti pubblici vengono lasciati a casa senza paga. Uffici che si occupano di statistiche, parchi nazionali, e molte altre agenzie federali sospendono le loro attività. Curiosamente, mentre i lavoratori comuni subiscono il blocco dello stipendio, i membri del Parlamento continuano a ricevere regolarmente la loro retribuzione e a svolgere le loro funzioni. Anche i servizi considerati "essenziali", come la polizia federale (l'FBI) o la sicurezza nazionale, non si fermano, anche se i loro dipendenti dovranno attendere la fine della crisi per essere pagati. Per sbloccare la situazione, è necessario un accordo politico tra i due partiti principali, i Repubblicani e i Democratici, che al momento – ma solo al momento - appare difficile.

LE CONSEGUENZE PER L'ECONOMIA E LE FAMIGLIE

Il primo effetto di questa crisi non è sui mercati finanziari, ma nelle case della gente. Meno stipendi significa meno soldi da spendere. Con la fiducia dei consumatori già bassa, il rischio è che le famiglie taglino gli acquisti, causando un rallentamento dei consumi, che sono il motore principale dell'economia americana.

Secondo alcuni analisti, dietro questa mossa potrebbe celarsi anche un obiettivo politico: bloccando le uscite per gli stipendi, lo Stato "risparmia" temporaneamente del denaro, potendo così presentare un bilancio con un deficit (cioè un "rosso" nei conti) apparentemente sotto controllo.

Se la paralisi dovesse durare poco – come sarà -, le borse potrebbero non risentirne in modo grave. Ma se la crisi si prolungasse, la minore spesa delle famiglie si tradurrebbe in minori guadagni per le aziende, e a quel punto anche i listini azionari potrebbero subire pesanti crolli.

OCCHI PUNTATI SUL CAMBIO EURO-DOLLARO

In questo clima di incertezza, l'attenzione si sposta sul valore delle valute. Per mesi, gli investitori hanno scommesso su un indebolimento del dollaro, aspettandosi che la banca centrale americana abbassasse ulteriormente i tassi di interesse per aiutare l'economia.

Tuttavia, i dati economici recenti, come quello sulla crescita della produzione (il Prodotto Interno Lordo), sono sorprendentemente positivi. Questo, unito a un mercato del lavoro che sembra ancora solido, potrebbe spingere la banca centrale a non tagliare ulteriormente i tassi. Se questa aspettativa di "tagli facili" dovesse svanire, assisteremmo a un immediato e forte rafforzamento del dollaro.

Per l'euro, questo significherebbe un calo. Gli esperti tengono d'occhio alcuni livelli chiave: un primo obiettivo per il cambio euro-dollaro è l'area di 1,1150. Se questo livello venisse superato, si potrebbe salire ancora. Al contrario, un crollo sotto la soglia di 1,1750 aprirebbe la strada a nuove e significative discese per la moneta europea. La situazione è molto delicata e i prossimi giorni saranno decisivi per capire la direzione che prenderanno i mercati.