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Trapianti, via libera all’uso di organi da donatori con epatite C: nuove terapie aprono la strada a 150 interventi in più all’anno

 
Trapianti, via libera all’uso di organi da donatori con epatite C: nuove terapie aprono la strada a 150 interventi in più all’anno
di Sofia Diletta Rodinò

L’ok di AIFA e CNT consente l’impiego di farmaci antivirali ad azione diretta subito dopo l’intervento: una svolta per i pazienti in lista d’attesa

Il sistema dei trapianti in Italia compie un passo decisivo verso l’innovazione e la sicurezza. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha infatti approvato le indicazioni elaborate dal Centro Nazionale Trapianti (CNT), in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che prevedono l’utilizzo immediato dei farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) anche nei pazienti riceventi organi o cellule staminali da donatori con infezione attiva da epatite C (HCV).

La decisione, annunciata dal direttore del CNT Giuseppe Feltrin al 48° Congresso della Società Italiana dei Trapianti d’Organo e di Tessuti (SITO) a Milano, rappresenta una vera svolta: i farmaci saranno a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e permetteranno di contrastare tempestivamente l’infezione nei riceventi negativi.

Una rivoluzione per le liste d’attesa

Fino ad oggi, gli organi di donatori HCV-positivi venivano utilizzati quasi esclusivamente per pazienti già affetti da epatite C cronica, con una media di 60-70 trapianti l’anno. Ora, grazie all’estensione delle terapie antivirali, sarà possibile effettuare circa 150 trapianti in più ogni anno, pari a un incremento del 4,4% sul totale nazionale, con importanti ricadute sui circa 8.000 pazienti in lista d’attesa.

Le dichiarazioni

Questo risultato è molto importante – ha dichiarato Rocco Bellantone, presidente dell’ISS – e dimostra come la ricerca e l’innovazione possano essere una ‘gamba aggiuntiva’, che si affianca alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema delle donazioni, per salvare sempre più vite grazie ai trapianti, mantenendo gli altissimi standard di sicurezza del sistema italiano”.

Per il direttore generale del CNT, Giuseppe Feltrin, “l’efficacia dei farmaci antivirali ad azione diretta è stimata al 98-99%, con possibilità di terapie di seconda linea in caso di fallimento. Questo significa più organi disponibili, più trapianti e sempre con la massima sicurezza per i pazienti”.

Anche il presidente di AIFA, Robert Nisticò, ha sottolineato la portata storica della decisione: “Si tratta di una novità molto importante, perché rende possibili nuove strategie di cura e impatta positivamente sia sulla salute pubblica sia sulla sostenibilità del sistema. Ridurre i tempi di attesa e salvare più vite è l’obiettivo che ci siamo posti e che oggi diventa realtà”.

Una collaborazione istituzionale

Alle nuove linee guida hanno contribuito, oltre al CNT, esperti dell’Azienda Ospedale-Università di Padova e dell’Università degli Studi dell’Insubria e ASST-Sette Laghi di Varese. La sinergia tra istituzioni e comunità scientifica ha reso possibile un cambiamento che potrebbe diventare un modello anche a livello europeo.

Prospettive future

L’Italia si conferma tra i Paesi più avanzati nella medicina dei trapianti, grazie a un sistema che unisce innovazione terapeutica, sicurezza e sostenibilità economica. L’introduzione dei farmaci antivirali ad azione diretta nei trapianti apre nuove prospettive per migliaia di pazienti, con un messaggio chiaro: ogni donazione può trasformarsi in una speranza concreta di vita.