Le Borse continuano a salire e stanno di nuovo sfiorando i massimi storici. Eppure, invece dell’entusiasmo, si respira incertezza. Un indicatore chiamato Hindenburg Omen segnala confusione nei listini: alcuni titoli corrono, altri crollano, come se il mercato fosse diviso in due. A questo si aggiunge la prudenza dei grandi investitori, che preferiscono usare derivati invece di comprare direttamente azioni.
E, sullo sfondo, pesano lo shutdown negli Stati Uniti (che ha bloccato la pubblicazione di molti dati economici) e il recente calo della fiducia delle famiglie. Il mercato sale, ma non convince.
UN MERCATO CHE SALE CON IL FRENO TIRATO
Siamo davanti a un paradosso: le Borse continuano a toccare nuovi massimi, ma non si vede l’ottimismo che di solito accompagna le fasi di rialzo. Non c’è euforia, non c’è convinzione. Molti operatori descrivono questa fase come un mercato che “sale, ma pronto a scendere”.
Il segnale che più rappresenta questo clima si chiama Hindenburg Omen. Il nome è altisonante, ma il significato è semplice: ci sono molti titoli che fanno nuovi massimi e molti altri che fanno nuovi minimi, nello stesso momento.
Quando accade, vuol dire che il mercato non ha una direzione condivisa. È come una folla che inizia a muoversi in direzioni opposte. Non predice un crollo certo, ma indica instabilità e rischio di movimenti improvvisi.
In poche parole: siamo in alto, ma non siamo tranquilli.
I GESTORI SONO DENTRO… MA CON CAUTELA
Se guardiamo a come si stanno muovendo i grandi investitori, il quadro diventa ancora più chiaro. Molti di loro non stanno davvero comprando azioni, ma preferiscono usare le opzioni, cioè strumenti finanziari che permettono di esporsi al mercato senza impegnare troppo capitale.
Perché questa scelta? Se il mercato sale guadagnano, se il mercato scende la perdita è limitata al costo dell’opzione. È la strategia di chi non si fida fino in fondo.
I dati lo confermano: secondo il Cboe, la principale piattaforma delle opzioni negli USA, i volumi delle opzioni sono ai massimi storici, mentre gli scambi sulle azioni rimangono stabili. Inoltre, più della metà delle operazioni avviene ormai fuori dalle Borse tradizionali, in piattaforme meno visibili (le cosiddette dark pools).
Questo vuol dire che chi muove i capitali preferisce non farsi vedere troppo.
UNO SCENARIO ECONOMICO PIÙ FRAGILE
Sul fronte economico, la situazione non è più chiara: lo shutdown negli Stati Uniti ha bloccato alcune attività pubbliche e ha ritardato la pubblicazione dei dati ufficiali.
La Federal Reserve, guidata da Jerome Powell, prende decisioni sui tassi d’interesse basandosi proprio sui dati. Ma se i dati mancano, decidere diventa complicato.
Nel frattempo, l’indice della fiducia dei consumatori del Michigan è sceso. E questo è importante, perché i consumatori americani sono il motore della loro economia. Powell, ormai vicino alla fine del mandato, appare più incerto rispetto al passato.
Una comunicazione poco chiara, in questo momento, aggiunge solo confusione.
Forse più che un cambio di tassi, il mercato si aspetta un cambio di guida nella banca centrale americana.
L’ORO TORNA A ESSERE UN RIFERIMENTO
Nelle ultime settimane, l’oro — il tradizionale bene rifugio — ha vissuto un forte calo, perdendo circa il dieci per cento. Ora però il prezzo sembra stabilizzarsi. Non c’è panico, ma accumulo graduale: qualcuno sta ricominciando a comprare.
In un momento in cui le Borse salgono senza convinzione, l’oro può tornare a essere un punto fermo.
Se le azioni dovessero perdere fascino, le alternative sarebbero: obbligazioni (che però soffrono per l’alto debito pubblico); oro, che in fasi di incertezza torna spesso protagonista.
Per ora domina la logica TINA (there is no alternative): in mancanza di alternative credibili, si continua a investire in azioni. Ma se l’equilibrio dovesse cambiare, l’oro potrebbe diventare la nuova scelta naturale
CONCLUSIONE
Le Borse restano in alto, ma la fiducia è bassa. Gli operatori sembrano pronti a reagire a qualsiasi segnale, in un senso o nell’altro.
In momenti come questo, più che prevedere, conta restare lucidi, diversificare e non farsi prendere né dall’euforia né dalla paura.