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Trasporti UE, l’Italia resta ferma sui binari. L’88% delle merci viaggia su gomma

 
Trasporti UE, l’Italia resta ferma sui binari. L’88% delle merci viaggia su gomma
Redazione

Nell’Unione europea la mobilità delle merci continua a viaggiare principalmente su strada. Secondo i dati Eurostat elaborati da Connact, nel 2023 il 78% del trasporto via terra delle merci si è svolto su gomma, contro appena il 17% su ferrovia.
L’Italia si colloca al di sopra della media europea per il trasporto su strada, con un valore pari all’88%, e al di sotto per quello ferroviario, che si ferma al 12%, in lieve calo rispetto al 13% registrato nel 2015.
Il dato conferma la difficoltà del Paese nell’allinearsi agli obiettivi di sostenibilità fissati dalla Commissione europea, che puntano a raddoppiare entro il 2050 la quota del trasporto merci su rotaia rispetto ai livelli del 2015.

Queste evidenze sono state presentate durante l’evento Connact Mobility “L’evoluzione delle politiche UE per i Trasporti”, organizzato a Roma da Connact, piattaforma di networking che favorisce il dialogo tra istituzioni, imprese e stakeholder del settore, in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia.
Un’occasione di confronto che ha riunito grandi player industriali e rappresentanti istituzionali, per analizzare le sfide della mobilità europea: dall’ammodernamento delle infrastrutture alla decarbonizzazione, dall’efficienza logistica al ruolo dei trasporti aerei, marittimi e ferroviari in un sistema integrato e multimodale.

Trasporto merci su ferro: Europa a due velocità

L’analisi Connact-Eurostat mostra che il trend complessivo del trasporto merci su ferro è negativo in quasi tutta l’Unione europea. La media è scesa dal 19% del 2015 al 17% del 2023, segno che le politiche di riequilibrio modale non hanno ancora prodotto i risultati attesi.

La parte occidentale dell’Europa è quella più in ritardo: Spagna 4,2%, Francia 9,2%, Italia 12%, Belgio 11,7%, Paesi Bassi 6,4%, Grecia 1,1%.
Situazione diversa in Germania, che con una quota del 20,6% resta sopra la media europea, mentre Austria (29,3%), Slovenia (30,2%), Croazia (22,7%), Slovacchia (30,4%), Ungheria (25,2%), Polonia (24,1%) e Romania (24%) rappresentano l’area più avanzata nel trasporto ferroviario merci.
In testa Lituania (39,7%) e Lettonia (44%), dove la ferrovia conserva un ruolo strategico per la logistica nazionale e internazionale.
Anche nel Nord Europa i livelli sono elevati, con Finlandia al 22% e Svezia al 29,7%.
L’Italia, invece, registra un andamento altalenante: dopo un picco del 14,7% nel 2016, la quota è tornata ai livelli di vent’anni fa, evidenziando un gap infrastrutturale e organizzativo ancora aperto.

Su strada l’Europa corre: domina l’autotrasporto

Diversa la fotografia del trasporto su gomma.
In Europa la media si attesta al 78%, ma con punte record nel Sud e nell’Ovest del continente: Spagna 95,8%, Grecia 98,9%, Irlanda 99,3%, Francia 88,9%, Italia 88%, Portogallo 85,9%.
In linea con la media l’Austria, mentre Germania, Belgio e molti Paesi dell’Est registrano percentuali leggermente inferiori.
In controtendenza solo Paesi Bassi (52,8%), Lettonia (56%) e Romania (53,7%), dove la ferrovia mantiene un peso maggiore.

Secondo Massimiliano Calamea, Head of EU & International Public Affairs di Autostrade per l’Italia, “il 90% dei passeggeri e l’84% delle merci viaggiano su strada. Nei prossimi decenni questi numeri si ridurranno solo marginalmente. Il settore continuerà a essere fondamentale per la competitività economica, ma anche un abilitatore della decarbonizzazione e della digitalizzazione”.

E-mobility: l’Italia rincorre l’Europa

L’evento ha offerto anche uno sguardo sullo sviluppo della mobilità elettrica, grazie a un’analisi di Motus-E e ACEA rielaborata da Connact.
In Italia, a giugno 2025, risultano attive 333.658 auto Bev (Battery Electric Vehicles), con 60.870 nuove immatricolazioni da inizio anno (+28% rispetto al 2024).
Nonostante la crescita, la quota di mercato dell’elettrico resta bassa: 5,9% contro una media UE del 16,1%.
In Francia e Germania il valore si aggira intorno al 18%, mentre Belgio (33,4%) e Paesi Bassi (34,7%) guidano la classifica.
Anche la Spagna, con l’8,4%, supera l’Italia.

Sul fronte infrastrutturale, nel nostro Paese sono installati 67.561 punti di ricarica, con un incremento di 10mila unità in un anno.

“La transizione ecologica è una sfida globale e la mobilità elettrica è una leva concreta per la decarbonizzazione – ha commentato Fabio Pressi, CEO di A2A E-Mobility. – Stiamo investendo in un modello integrato, con City Plug urbani a bassa potenza e hub di ricarica veloce negli snodi stradali principali, per accompagnare la trasformazione della mobilità”.

Porti, idrogeno e logistica verde

La sostenibilità passa anche per il mare.
Al porto di Civitavecchia siamo in un momento nodale per la sostenibilità – ha dichiarato Raffaele Latrofa, Commissario Straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale –. Sono in corso progetti per 80 milioni di euro dedicati al Cold Ironing e alla creazione della prima Hydrogen Valley portuale italiana, con la prospettiva di produrre 200 tonnellate annue di idrogeno verde”.

Sul fronte della logistica, Maria Cristina Scarfia, Responsabile Affari europei di Confetra, ha evidenziato i limiti dell’approccio normativo comunitario:

“Il settore non è contro la decarbonizzazione, ma contro un approccio ideologico. La Corporate Green Fleet Initiative prevede quote obbligatorie di camion elettrici che costano oltre 400.000 euro, con incentivi troppo bassi. Chiediamo alla Commissione europea di ascoltare le imprese e prevedere deroghe o incentivi più forti, se non addirittura una revisione della proposta”.

Industria e mobilità: un equilibrio da costruire

Anche il settore industriale è chiamato a fare la sua parte.
Il settore marittimo – ha ricordato Davide Cucino, Senior Vice President per gli Affari UE e NATO di Fincantieri – ha lavorato per ispirare una nuova strategia europea che consenta di attuare una nuova politica industriale e di investire anche nella dimensione subacquea”.
Per Marco Mannocchi, Responsabile Relazioni Esterne e Sostenibilità di IP Gruppo api, “la mobilità sostenibile deve passare da una pluralità di tecnologie – elettrico, idrogeno, biocarburanti – garantendo sicurezza energetica e sostenibilità economica”.
Infine, Aimone di Savoia Aosta, Senior Vice President Affari Istituzionali e Regolatori di Pirelli, ha sottolineato la necessità di “un quadro normativo chiaro e prevedibile che permetta alle imprese di pianificare gli investimenti e contribuire a una transizione realmente competitiva e innovativa”.

Connact Mobility: un laboratorio di confronto tra istituzioni e imprese

L’iniziativa Connact Mobility ha confermato il proprio ruolo di piattaforma di dialogo e progettualità tra pubblico e privato.
I promotori – A2A, Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Centro Settentrionale, Autostrade per l’Italia, Confetra, Fincantieri, IP Gruppo api e Pirelli – rappresentano i principali poli strategici della mobilità italiana.
L’obiettivo condiviso è costruire un sistema di trasporti europeo realmente integrato, capace di coniugare competitività economica, sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.