Comincia oggi, a Pechino, uno degli eventi politici più importanti per la Cina, con il plenum del Partito comunista che, sotto la guida di Xi Jinping, dovrà tracciare la “mappa” degli obiettivi del Paese nei prossimi cinque anni.
L'incontro - al quale dovrebbero partecipare i circa 370 componenti del Comitato centrale del PCC - si svolge a porte chiuse e dovrebbe durare quattro giorni, discutendo i contenuti definitivi del prossimo piano quinquennale della Cina, un progetto per il 2026-2030.
I leader si incontrano in un momento di crescenti tensioni commerciali tra Washington e Pechino e poco prima di un possibile incontro tra Xi e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante un vertice regionale alla fine di questo mese.
Visto il tradizionale riserbo che circonda appuntamenti politici come quello che comincia oggi, i risultati si potrebbero conoscere tra giorni o settimane, se non addirittura in tempi più lunghi.
Cina, i vertici del Partito comunista tracciano la strategia dei prossimi cinque anni
Si prevede che la seconda economia più grande del mondo si espanderà del 4,8% quest'anno, secondo la Banca Mondiale, una cifra vicina all'obiettivo ufficiale della Cina di circa il 5% di crescita annua.
La crescita nel periodo luglio-settembre è rallentata al 4,8%, il ritmo più basso in un anno.
La Cina deve affrontare le sfide della guerra commerciale che si è intensificata da quando Trump è entrato in carica, ma anche problemi interni cronici che stanno trascinando la crescita.
Gli sforzi di lunga data per stimolare la spesa dei consumatori e gli investimenti delle imprese e per frenare l'eccesso di capacità in molti settori sono in cima alla lista delle priorità economiche.
Ma Xi probabilmente evidenzierà anche la spinta della Cina a diventare leader globale nelle tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale.
Sullo sfondo restano sempre le tensioni tra Pechino e Washington, con la Cina che cerca di raggiungere l’autosufficienza tecnologica, per fronteggiare la dipendenza dai chip avanzati per computer, per i quali deve ricorrere a quelli prodotti negli Stati Uniti.
La Cina, peraltro, deve affrontare un problema che Pechino sta cercando di risolvere e che rischia di zavorrare un altro settore vitale dell’industria nazionale, quello automobilistico, fortemente penalizzato dalla guerra dei prezzi scatenata dai produttori, a fronte della sovraccapacità industriale che affligge molte imprese cinesi.
Le esportazioni della Cina, anche verso il Sud-est asiatico e l’Africa, sono aumentate poiché le aziende cercano nuovi mercati oltre i confini nazionali, aumentando l’attrito con gli Stati Uniti e altri partner commerciali.
Dopo le massicce interruzioni della pandemia di COVID-19, la Cina ha faticato a riaccendere una crescita economica sostenuta.
La recessione del settore immobiliare ha complicato questo sforzo, causando massicci licenziamenti e portando le famiglie a ridurre la spesa a causa del calo dei prezzi delle case.
Mentre affronta crescenti attriti con gli Stati Uniti e altri partner commerciali, la Cina si scontra anche con le pressioni demografiche, poiché la sua popolazione di 1,4 miliardi di persone inizia a ridursi e invecchiare più rapidamente.
Il tasso di disoccupazione giovanile, per la fascia 16-24 anni, è di quasi il 19%, secondo i dati ufficiali, incidendo sui loro potenziali contributi all’economia.
Mantenere l’economia in crescita a un ritmo del 4-5% nel prossimo decennio sarà probabilmente “impegnativo”.
Ma è imperativo dimostrare che si sta lavorando per obiettivi così ambiziosi, per confermare la capacità del Partito al governo di continuare a offrire una migliore qualità della vita, la sua principale rivendicazione di legittimità.