• Non è solo luce e gas, è l'energia di casa tua.
  • Un museo. Quattro Sedi. IntesaSanPaolo
  • La piattaforma di wealth planning
  • Italpress Agenzia di stampa

Tumori pediatrici, scoperta italiana rivela la molecola che aiuta il medulloblastoma a sopravvivere

 
Tumori pediatrici, scoperta italiana rivela la molecola che aiuta il medulloblastoma a sopravvivere
Pierfrancesco Quinto

Un nuovo studio italiano getta luce su uno dei tumori pediatrici più difficili da trattare, il medulloblastoma di gruppo 3, identificando una molecola di RNA non codificante in grado di sostenere la sopravvivenza delle cellule malate.

 

lncMB3: la molecola nascosta che permette al tumore di sopravvivere

 

La ricerca, frutto della collaborazione tra l’Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibpm), Sapienza Università di Roma ed il Center for Life Nano- & Neuro-Science dell’Istituto Italiano di Tecnologia, apre prospettive significative nell’ambito delle terapie basate sull’RNA. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cell Death & Disease.

 

Il lavoro, coordinato dal ricercatore Pietro Laneve del Cnr-Ibpm, ha portato alla caratterizzazione di una particolare molecola di RNA non codificante, denominata lncMB3, che non produce proteine, ma esercita un’influenza decisiva sul comportamento delle cellule tumorali. In particolare, il gruppo di ricerca ha osservato che questo lncRNA agisce come un potente fattore anti-apoptotico, ovvero un regolatore capace di impedire la morte programmata delle cellule del medulloblastoma di gruppo 3.

 

Attraverso l’interazione con partner molecolari specifici, lncMB3 modula infatti l’espressione di geni coinvolti nei meccanismi che determinano l’equilibrio tra proliferazione cellulare e apoptosi, inclusi geni considerati veri e propri driver della forma più aggressiva di questo tumore del cervelletto.

 

Nuove strategie terapeutiche: colpire l’RNA per fermare il tumore

Lo studio suggerisce inoltre potenziali ricadute applicative rilevanti. I ricercatori hanno dimostrato che l’inattivazione di lncMB3 nelle cellule tumorali induce un aumento dell’apoptosi ed una riduzione della vitalità cellulare. Questi effetti diventano ancora più evidenti quando la disattivazione del lncRNA viene combinata con alcuni farmaci chemioterapici tradizionalmente utilizzati in ambito oncologico, come il cisplatino.

 

La sperimentazione condotta in collaborazione con la ricercatrice Daniela Trisciuoglio del Cnr-Ibpm ha confermato che l’inibizione mirata di questa molecola potrebbe potenziare l’efficacia delle terapie attualmente in uso.

 

Secondo Laneve, il gruppo sta già perfezionando nuovi agenti terapeutici basati su questa scoperta, che verranno testati in vivo su modelli preclinici. La posta in gioco è alta: il medulloblastoma di gruppo 3 è noto per gli elevati tassi di recidiva e metastasi e rappresenta una delle sfide più complesse della neuro-oncologia pediatrica. La possibilità di colpire un bersaglio così specifico come un lncRNA potrebbe rivoluzionare il modo in cui questo tumore viene trattato, portando allo sviluppo di terapie più precise, meno tossiche e potenzialmente più efficaci.