Lo stesso sistema alimentare globale che sta alimentando l'aumento dei tassi di obesità sta anche accelerando il cambiamento climatico. Lo sostiene una analisi scientifica, secondo cui entrambe le crisi hanno radici e soluzioni comuni. La revisione, pubblicata su Frontiers in Science, collega l'aumento di alimenti ultra-processati e diete ricche di carne bovina al peggioramento delle condizioni di salute e all'aumento dei danni ambientali.
Il sistema alimentare globale aumenta il tasso di obesità, ma anche accelera i cambiamenti climatici
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre un miliardo di persone sono obese. Si prevede che questo numero salirà a 1,3 miliardi entro il 2030, nonostante l'uso di farmaci per la perdita di peso e la chirurgia bariatrica stiano raggiungendo livelli record.
Allo stesso tempo, secondo il rapporto, la produzione alimentare è responsabile di circa un quarto o un terzo delle emissioni globali di gas serra.
"Il sistema alimentare è causa sia di danni alla salute che di danni all'ambiente", ha dichiarato ad ABC News Paul Behrens, professore presso la British Academy presso l'Università di Oxford e autore principale della ricerca.
Secondo la ricerca, obesità e cambiamento climatico sono parte dello stesso problema.
Stando alle conclusione degli autori della revisione, non tutti gli alimenti ultra-processati sono uguali. Alcuni alimenti vegetali altamente trasformati potrebbero essere più sani e produrre meno inquinamento rispetto alla carne non trasformata.
Durante la digestione, i bovini emettono metano, un potente gas che intrappola il calore, e l'allevamento di bestiame favorisce la deforestazione nelle aree vulnerabili.
Sebbene la revisione riconosca l'importanza dei farmaci e della chirurgia per la perdita di peso, gli autori sostengono che questi potrebbero trattare il sintomo dell'epidemia piuttosto che la causa.
"Si tratta di soluzioni altamente invasive e incredibilmente costose a un problema che in realtà è causato dall'ambiente alimentare e dalle aziende che lo creano", ha affermato Behrens.
Gli autori esprimono inoltre preoccupazione per le disparità in ambito sanitario, osservando che molte comunità a basso reddito che dipendono da alimenti meno costosi e meno sani hanno anche un accesso limitato a queste soluzioni relativamente costose.
Come sottolineato dalla revisione, misure politiche quali la tassazione dei prodotti zuccherati, un'etichettatura chiara degli alimenti, restrizioni alla commercializzazione di alimenti non sani destinati ai bambini e lo spostamento dei sussidi dagli alimenti più inquinanti possono fare la differenza.
Behrens ha citato dati provenienti dall'Europa che indicano che circa l'82% dei sussidi alimentari sostiene prodotti che sono tra i più dannosi sia per la salute che per l'ambiente, tra cui carne e latticini.
Negli Stati Uniti, ha affermato, i consumatori spendono circa 1,1 trilioni di dollari all'anno in cibo, ma se si considerano anche i danni alla salute e all'ambiente, il costo effettivo sale a più di 3 trilioni di dollari.