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Usa: tribunale condanna la banca BNP Paribas per le violenze in Sudan del regime di al-Bashir

 
Usa: tribunale condanna la banca BNP Paribas per le violenze in Sudan del regime di al-Bashir
Redazione

Una corte federale degli Stati Uniti ha ritenuto che la banca francese BNP Paribas abbia contribuito alle atrocità commesse in Sudan, sotto il regime trentennale di Omar al-Bashir. Col la sua decisione la corte federale di Manhattan ha accolto le testi dei tre ex cittadini sudanesi, che hanno denunciato di essere stati torturati, bruciati con sigarette, feriti con armi da taglio e, nel caso di una donna, aggrediti sessualmente.

Usa: tribunale condanna la banca BNP Paribas per le violenze in Sudan del regime di al-Bashir

La giuria, composta da otto membri, si è schierata con i tre querelanti originari del Sudan, assegnando un totale di 20,75 milioni di dollari di danni, dopo aver ascoltato le testimonianze che hanno descritto gli orrori commessi dai soldati sudanesi e dalla milizia Janjaweed. I querelanti – due uomini e una donna, ora cittadini americani – hanno raccontato in aula quello che hanno subito.

Un portavoce di BNP Paribas, in una dichiarazione all'agenzia di stampa francese AFP, ha sostenuto che la sentenza "è chiaramente sbagliata'' e che ''ci sono motivi molto forti per appellarsi al verdetto, che si basa su una distorsione del controllo della legge svizzera e ignora prove importanti che la banca non è stata autorizzata a introdurre".

Da parte sua, l'avvocato dei querelanti, Bobby DiCello, ha definito il verdetto "una vittoria per la giustizia e la responsabilità". "La giuria ha riconosciuto che le istituzioni finanziarie non possono chiudere un occhio sulle conseguenze delle loro azioni - ha detto DiCello -. I nostri clienti hanno perso tutto a causa di una campagna di distruzione alimentata dai dollari USA, che BNP Paribas ha facilitato e che avrebbe dovuto essere fermata".
BNP Paribas, ha detto ancora il legale nella sua arringa conclusiva, "ha sostenuto la pulizia etnica e ha rovinato la vita di questi tre sopravvissuti".

La banca francese, che ha operato in Sudan dalla fine degli anni '90 fino al 2009, ha fornito lettere di credito che hanno permesso al Sudan di onorare gli impegni di importazione ed esportazione. I querelanti sostengono che queste garanzie hanno consentito al regime di continuare a esportare cotone, petrolio e altre materie prime, ricevendo così miliardi di dollari dai compratori.

Contratti che, hanno sostenuti i querelanti, hanno contribuito a finanziare le violenze perpetrate dal Sudan contro una parte della sua popolazione. Ma BNP Paribas ha replicato, sostenendo che "non c'è alcuna connessione tra la condotta della banca e ciò che è accaduto a questi tre querelanti".

Gli avvocati di BNP Paribas hanno anche affermato che le operazioni della banca francese in Sudan erano legali in Europa e che istituzioni internazionali, come il Fondo monetario internazionale, hanno collaborato con il governo sudanese durante il periodo in questione.

Inoltre, gli avvocati della difesa hanno affermato che la banca non era a conoscenza delle violazioni dei diritti umani. I querelanti avrebbero "avuto le loro ferite senza BNP Paribas", ha detto l'avvocato Barry Berke. "Il Sudan avrebbe commesso e ha commesso crimini contro i diritti umani senza petrolio o BNP Paribas".

La guerra in Sudan ha causato circa 300.000 vittime tra il 2002 e il 2008 e 2,5 milioni di sfollati, secondo le Nazioni Unite. Il dittatore ha Bashir ha guidato il Sudan per tre decenni, prima di essere destituito e arrestato, nell'aprile 2019, dopo mesi di proteste in Sudan. È ricercato dalla Corte penale internazionale con l'accusa di genocidio.