La Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia si allinea alle restrizioni australiane e sconsiglia l’uso di Instagram, TikTok, YouTube e Facebook per le comunicazioni mediche. Obiettivo: tutelare pazienti e contrastare le fake news.
In un’epoca in cui la disinformazione sanitaria corre veloce sui social network, la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) decide di intervenire con un atto innovativo e coraggioso: la pubblicazione delle prime Linee Guida italiane dedicate al corretto uso dei social media da parte degli ortopedici.
Una presa di posizione netta, che arriva mentre diversi Paesi – tra cui l’Australia – stanno introducendo restrizioni sempre più severe per proteggere i cittadini, in particolare i giovani, dai rischi dell’ecosistema digitale.
Proprio come il governo australiano ha annunciato la messa al bando degli account social per gli under 16, anche SIOT ha scelto di limitare l’uso delle piattaforme più popolari, da Instagram a TikTok, da YouTube a Facebook, quando si tratta di comunicazioni mediche rivolte al pubblico.
Randelli (SIOT): “Tutela dei pazienti e veridicità delle informazioni prima di tutto”
«Condividiamo le ragioni che hanno spinto il Governo australiano a regolamentare l’uso dei social media, dati i rischi di abusi, specie tra i giovani» afferma il professor Pietro Simone Randelli, Presidente SIOT e Ordinario di Ortopedia all’Università degli Studi di Milano.
Si punta a garantire che i contenuti diffusi dagli ortopedici siano scientificamente corretti, chiari e non ingannevoli, evitando messaggi ambigui o potenzialmente rischiosi.
Randelli sottolinea come la diffusione di fake news, l’omissione di complicanze rilevanti o la banalizzazione di atti medici sui social possano esporre i pazienti a pericoli reali. Da qui la necessità di definire regole ufficiali che richiamino ai principi del Codice di Deontologia Medica, imponendo toni sobri, professionali e coerenti con la responsabilità della professione sanitaria.
Stop ai social generalisti: SIOT indica i canali da privilegiare
Le Linee Guida SIOT sconsigliano in modo deciso l’utilizzo, a fini clinici o informativi, delle piattaforme nate per l’intrattenimento:
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Instagram
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TikTok
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YouTube
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Facebook
Al loro posto, SIOT invita i professionisti a orientarsi verso canali più idonei e controllati, come LinkedIn, i siti web istituzionali e la carta stampata, dove l’intermediazione giornalistica assicura un ulteriore livello di verifica.
Un’esigenza dettata dai numeri: l’Italia sempre più connessa
Il tema è di stringente attualità: l’Italia è ormai un Paese ad altissima digitalizzazione.
Secondo il 20° Rapporto Censis sulla Comunicazione 2025, l’uso di Internet coinvolge il 90,1% della popolazione e i social network raggiungono l’85,3% degli utenti, con un aumento del 3,3% rispetto all’anno precedente.
Gli under 30 utilizzano come principali mezzi d’informazione:
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TikTok (29,7%)
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Instagram (31,2%)
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YouTube (22,8%)
Facebook resta predominante tra gli adulti e gli over 45.
Alla luce di questi dati, SIOT ritiene imprescindibile che i contenuti sanitari diffusi online siano scientificamente corretti, non discriminatori, non violenti, rispettosi della privacy e adeguati anche a un pubblico giovane e vulnerabile.
I principi chiave delle Linee Guida SIOT
Tra le indicazioni fondamentali:
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veridicità delle informazioni e assenza di contenuti ingannevoli;
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divieto di messaggi discriminatori o non consoni al decoro professionale;
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attenzione ai contenuti rivolti ai minori;
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cautela nella pubblicazione di immagini di pazienti, da utilizzare solo per fini formativi e con autorizzazione;
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tutela rigorosa dei dati personali.
Le possibili conseguenze per chi non rispetta le Linee Guida
SIOT chiarisce che le Linee Guida non prevedono sanzioni dirette, ma il mancato rispetto potrà essere valutato da una Commissione dedicata.
Se ritenuto necessario, il caso potrà essere segnalato all’Ordine dei Medici o alle Autorità competenti, affinché vengano presi eventuali provvedimenti.
Una scelta che segna un precedente in Italia
L’iniziativa SIOT assume un valore simbolico e pratico: rappresenta uno dei primi tentativi in Italia di regolamentare in modo organico la comunicazione sanitaria online, in un contesto in cui la velocità dei contenuti rischia di superare la capacità dei cittadini di distinguere ciò che è scientificamente fondato da ciò che non lo è.
Un intervento necessario, in un’epoca in cui il benessere dei pazienti passa anche dalla qualità dell’informazione che ricevono.