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Dal cellophane alle bioplastiche

 
Dal cellophane alle bioplastiche
Redazione

L’evoluzione del packaging, cioè degli imballaggi, racconta un secolo di invenzioni che hanno cambiato il modo in cui conserviamo e trasportiamo il cibo. Il primo passo decisivo avvenne nel 1907, quando Leo Baekeland sviluppò la Bakelite, la prima plastica completamente sintetica, modellabile e prodotta in serie. Negli anni Trenta arrivarono le fibre sintetiche: il nylon dimostrò che si potevano creare materiali resistenti e versatili per usi che andavano dall’abbigliamento al settore tecnico.

Dal cellophane alle bioplastiche

Nel campo alimentare, l’arrivo delle plastiche ha significato confezioni leggere, resistenti, economiche e soprattutto capaci di allungare la vita dei prodotti sugli scaffali, la cosiddetta shelf life. Nonostante i vantaggi, l’uso massiccio della plastica ha generato problemi ambientali, portando oggi da un forte interesse per soluzioni più sostenibili.

Il settore è enorme: il mercato globale del food packaging (imballaggi alimentari) era stimato intorno a 505 miliardi di dollari nel 2024 e solo il segmento della plastica valeva circa 384 miliardi di dollari nel 2023.

Oggi le novità più importanti riguardano le bioplastiche e i materiali bio-based, cioè ottenuti da risorse rinnovabili come l’amido o la cellulosa. Alcuni esempi sono il PLA (Polylactic Acid, acido polilattico), compostabile e trasparente, e i PHA (Polyhydroxyalkanoates, polidrossialcanoati), biodegradabili e adatti a contenere alimenti. A questo si aggiungono le tecnologie di active packaging (imballaggi attivi, che rilasciano sostanze antimicrobiche o assorbono ossigeno) e di intelligent packaging (imballaggi intelligenti, con sensori o indicatori che monitorano freschezza e condizioni del prodotto).

Altre soluzioni emergenti includono rivestimenti commestibili, pellicole che si sciolgono in acqua e fibre modificate per creare barriere contro umidità e ossigeno. Alcune startup stanno studiando materiali a base proteica, ispirati alla seta, che sono resistenti, trasparenti e biodegradabili. Queste innovazioni promettono di ridurre lo spreco alimentare e migliorare la sicurezza, ma devono ancora superare ostacoli legati ai costi e alla produzione su larga scala.

Secondo studi recenti, oltre la metà degli imballaggi plastici per il cibo potrebbe essere sostituita o ridotta con soluzioni alternative, una prospettiva che spinge aziende e retailer a ridisegnare confezioni e a testare nuovi materiali. Il trend attuale mostra che i consumatori sono più attenti all’ambiente e che i marchi, per restare competitivi, devono integrare design, funzionalità e sustainability.