Nonostante i tentativi e le nuove regole per abbassare il tasso di potenziale pericolo di commozioni cerebrali per chi pratica il rugby, sono ancora troppi gli infortuni che si registrano in questo sport, soprattutto quando è praticato ad alti livelli.
Ancora troppe commozioni cerebrali nel rugby, la Federazione mondiale verso un cambiamento delle regole
Per questo World Rugby, l'organo di governo mondiale di questo sport, sperimenterà un placcaggio più basso a livello d'élite, pur ammettendo che, nonostante le proposte di modifiche fatte nel tempo, c'è ancora "molta, molta strada da fare" prima di modificare le regole per abbassare l'altezza del placcaggio a livello d'élite, nonostante i "risultati positivi" delle prove nel gioco amatoriale.
World Rugby ha affermato che le sperimentazioni condotte nelle ultime due stagioni, che hanno coinvolto 11 Federazioni in tutto il mondo e che hanno fissato l'altezza legale del placcaggio allo sterno, hanno portato a un cambiamento nel comportamento dei giocatori a livello dilettantistico, con un numero di placcaggi verticali ridotto tra l'8 e il 10%. Alcune Federazioni hanno anche segnalato una riduzione dei tassi di commozioni cerebrali.
Ora verrà testato in occasione del campionato mondiale under 20 del prossimo anno in Georgia, prima di effettuare una valutazione in vista di possibili ulteriori prove a livello d'élite.
"È importante sottolineare che siamo ancora molto lontani dal cambiare la legge a livello d'élite", ha dichiarato Mark Harrington, responsabile del benessere dei giocatori e dei servizi di rugby di World Rugby. "Tuttavia, se questa e le sperimentazioni successive mostreranno risultati positivi in termini di benessere dei giocatori, feedback dei giocatori e soddisfazione dei tifosi, allora come sport dovremo abbracciare questa linea".
L'altezza legale per un placcaggio a livello d'élite è attualmente in linea con la spalla. A partire da luglio, nel gioco amatoriale, sarà all'altezza dello sterno.
"Non lasceremo nulla di intentato nei nostri sforzi per rendere il gioco il più sicuro possibile", ha dichiarato il presidente di World Rugby, Brett Robinson. "Detto questo, proteggere ciò che rende il 'rugby, rugby', è una parte vitale del mio ruolo".
Negli ultimi dieci anni le commozioni cerebrali sono diventate un problema importante.
Oltre 1.000 ex giocatori sono coinvolti in azioni legali contro gli organi di governo del rugby per aver subito lesioni cerebrali durante la loro carriera. Gli ex giocatori affermano che gli organi di governo "non hanno adottato misure ragionevoli per proteggerli dagli impatti di colpi concussivi e subconcussivi durante la loro carriera, pur essendo a conoscenza dei rischi", secondo lo studio legale londinese Rylands Garth.
La World Rugby, che sta affrontando un'azione legale insieme alla Rugby Football Union inglese e alla Welsh Rugby Union, ha dichiarato di essere in attesa di dettagli completi sulle accuse e di stare costruendo "solide basi di iniziative all'avanguardia a livello mondiale, pensate per rendere il rugby il più sicuro possibile".
Ciò include l'analisi dell'altezza legale del placcaggio e l'introduzione della tecnologia smart paradenti. Le commozioni cerebrali e le loro conseguenze sono un argomento che sta animando il dibattito, negli Stati Uniti, sugli effetti della violenza del football americano, dove gli atleti che, nel corso di una partita, subiscono colpi alla testa, vengono sottoposto a immediato controllo medico nell'ambito del protocollo per rilevare eventuali complicazioni a livello di massa cerebrale.