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Borsa 2026, finita l’euforia dell’IA: dove va davvero il denaro quando il mercato diventa adulto

 
Borsa 2026, finita l’euforia dell’IA: dove va davvero il denaro quando il mercato diventa adulto
di Luca Lippi

Il 2025 passerà alla storia come l’anno che ha smentito i profeti di sventura. Se guardiamo indietro ai mesi trascorsi, il copione sembrava già scritto: guerre, tensioni tariffarie e titoli catastrofici suggerivano una fuga generale dai mercati. Eppure, la realtà ha preso una direzione opposta, con i listini che hanno segnato una crescita vicina al 25 per cento. Molti risparmiatori, paralizzati dal timore di un imminente crollo, sono rimasti a guardare con la liquidità ferma sul conto, perdendo opportunità di guadagno straordinarie. Questo paradosso ci insegna che, nel mondo della finanza, la differenza tra chi guadagna e chi perde non risiede nella capacità di prevedere il futuro, ma nel metodo con cui si affronta il presente.

OLTRE LA PAURA DEI TITOLI DI GIORNALE

Uno dei momenti più critici dell’anno è stato il bimestre tra marzo e aprile, quando l'annuncio di nuovi dazi ha scatenato un’ondata di vendite dettata dal panico. In quei giorni, la narrazione dominante parlava di recessione e depressione economica, spingendo migliaia di investitori a vendere tutto per paura di perdere i propri risparmi. Tuttavia, chi ha ceduto all'emotività ha commesso un doppio errore: non solo ha concretizzato una perdita nel momento peggiore, ma non ha potuto beneficiare del rimbalzo fulmineo che ha portato il mercato a nuovi massimi storici poche settimane dopo.

La lezione è chiara: quando si costruisce un portafoglio basato su aziende solide e fondamentali concreti, il tempo diventa un alleato e non un nemico. Le testate giornalistiche vendono spesso paura perché è ciò che attira l’attenzione, ma un investitore consapevole deve imparare a guardare oltre il rumore di fondo. Se le motivazioni che ci hanno spinto a scegliere un investimento restano valide, i cali temporanei del mercato dovrebbero essere visti come momenti di assestamento o, in certi casi, come occasioni, piuttosto che come segnali di fuga.

NUMERI REALI CONTRO “PALLE DI VETRO”

Spesso ci lasciamo influenzare dai cosiddetti "prezzi obiettivo" lanciati dalle grandi banche d’affari, ma l’esperienza del 2025 ci conferma che queste previsioni sono spesso bussole imprecise. Molti analisti tendono a ipotizzare crescite medie annuali intorno al 10 per cento, ma la borsa non si muove quasi mai in modo così lineare; preferisce invece oscillare tra estremi, con anni di grandi rialzi o brusche frenate. Al contrario, un segnale molto più affidabile arriva dalle stime sugli utili aziendali, che mostrano margini di errore decisamente più bassi.

Un altro errore comune è quello di cercare il "colpo di fortuna" acquistando titoli che stanno crollando, sperando in un rimbalzo, e vendendo quelli che salgono per paura che siano diventati troppo cari. La statistica, invece, suggerisce il contrario: il mercato tende a premiare chi continua a produrre risultati eccellenti e a punire chi delude le aspettative. Non si tratta di essere più furbi degli altri, ma di assecondare la forza dei numeri, mantenendo in portafoglio i cavalli vincenti e liberandosi di ciò che non funziona più. In questo contesto, è fondamentale anche saper gestire il successo: se un investimento raddoppia o triplica il suo valore in poco tempo, incassare una parte dei profitti permette di azzerare il rischio iniziale e di affrontare il futuro con maggiore serenità.

LA MAREA MACROECONOMICA CHE MUOVE OGNI BARCA

Per capire davvero dove sta andando il denaro, non basta osservare il grafico di una singola azione. Bisogna comprendere la macroeconomia, che funziona come la marea in un oceano: se la marea scende, tutte le barche si abbassano, a prescindere da quanto siano moderne o veloci. Nel 2025, abbiamo visto come le decisioni delle banche centrali sulla liquidità e sul costo del denaro abbiano influenzato l’andamento generale più di ogni singola notizia aziendale. Nonostante i tassi d’interesse siano rimasti alti, il flusso di credito garantito dalle banche commerciali ha permesso all’economia di continuare a correre.

Un punto di rottura importante rispetto al passato riguarda la natura stessa dei grandi colossi tecnologici. Spesso si paragona l'attuale boom dell’Intelligenza Artificiale alla bolla tecnologica dei primi anni Duemila, ma esiste una differenza sostanziale. All’epoca, molte aziende vivevano di solo debito e speranze; oggi, i giganti del settore vantano bilanci solidissimi e una capacità di generare cassa che permette loro di autofinanziare l’innovazione. Questo riduce notevolmente il rischio di un crollo sistemico simile a quello di vent'anni fa, pur non escludendo fisiologiche correzioni di percorso.

SGUARDO AL 2026: DAI SOGNI ALLA REALTÀ CONCRETA

Mentre ci avviamo verso il 2026, lo scenario si fa più complesso e richiederà una prudenza ancora maggiore. Storicamente, gli anni delle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti portano con sé una volatilità superiore alla media. È probabile che dovremo affrontare momenti di stress finanziario, ma è proprio in queste fasi che la disponibilità di liquidità diventa un vantaggio competitivo enorme per chi sa aspettare il momento giusto. Il mercato potrebbe smettere di innamorarsi solo delle "storie" legate all'intelligenza artificiale per iniziare a guardare ai problemi concreti che questa tecnologia genera.

Il vero valore nel prossimo futuro potrebbe non trovarsi più solo nei chip, ma nei cosiddetti colli di bottiglia infrastrutturali. L’adozione massiccia di nuove tecnologie richiede quantità immense di energia elettrica che l’attuale rete non è sempre in grado di fornire. Chi gestisce la produzione di energia, le infrastrutture di rete e i sistemi di stoccaggio energetico potrebbe diventare il nuovo protagonista della scena finanziaria. Parallelamente, settori come la difesa e le nuove infrastrutture monetarie digitali stanno ridisegnando gli equilibri globali. In definitiva, il segreto per il nuovo anno resta la disciplina: investire in ciò che si comprende, evitare l'eccesso di indebitamento e ricordare che il mercato premia sempre chi ha un processo decisionale rigoroso e non si lascia trascinare dal vento delle opinioni momentanee.