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Moda italiana 2025, il peggio è alle spalle, segnali di ripresa in un anno difficile

 
Moda italiana 2025, il peggio è alle spalle, segnali di ripresa in un anno difficile
Redazione

Il settore della moda italiana si avvia a chiudere il 2025 con un andamento meno negativo del previsto, pur in un quadro economico ancora complesso. Le ultime rilevazioni indicano infatti una contrazione del fatturato attorno al -2,7/-3% rispetto all’anno precedente, migliore rispetto alle stime iniziali che ipotizzavano un calo fino al -5%.

Moda italiana 2025, il peggio è alle spalle, segnali di ripresa in un anno difficile

All’inizio dell’anno la previsione per il comparto era di un’importante flessione dei ricavi, con dinamiche di mercato penalizzate da incertezze globali, instabilità economica e consumi deboli. Tuttavia, i dati dei trimestri successivi hanno mostrato una contrazione più contenuta, inducendo gli analisti a rivedere al ribasso le ipotesi di perdita complessiva per l’intero esercizio.

Nel corso del terzo trimestre del 2025 si sono registrati segnali di maggiore resilienza in alcune categorie merceologiche, anche grazie ad un lieve recupero della domanda internazionale ed al moderato rafforzamento degli acquisti da parte dei consumatori europei. Anche il contributo del turismo ha supportato le vendite nei principali distretti commerciali, pur non raggiungendo ancora i livelli pre-pandemia.

Il quadro economico resta però sfidante e con luci e ombre. Le esportazioni, tradizionale motore della moda italiana, hanno continuato a registrare una diminuzione complessiva nei primi mesi dell’anno, con un calo su base annua di circa il 2,5% nel settore tessile-abbigliamento nei primi sette mesi del 2025. Le difficoltà sono risultate particolarmente marcate nei mercati extra-UE, dove la domanda è risultata più debole.

Parallelamente, le importazioni sono aumentate, riflettendo la pressione competitiva dei prodotti provenienti da economie con costi di produzione più bassi e l’uso crescente di piattaforme di e-commerce per beni a basso prezzo, fenomeno che sta ampliando la concorrenza sul mercato interno.

Nonostante questi fattori negativi, il saldo commerciale del settore rimane positivo, attestandosi su livelli significativi ma inferiori rispetto al passato, a testimonianza della continua domanda globale per i prodotti di alta qualità Made in Italy.

Tuttavia, permangono criticità strutturali di lungo periodo: molte piccole imprese artigianali continuano a chiudere o a ridurre l’attività, incapaci di sostenere l’aumento dei costi e la pressione competitiva internazionale. Questo processo di erosione della base produttiva nazionale indebolisce la filiera complessiva, tradizionalmente sostenuta dalla presenza di distretti artigianali e produttivi radicati sul territorio.