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Ozempic e fertilità: mito, scienza e il mistero dei “baby boom”

 
Ozempic e fertilità: mito, scienza e il mistero dei “baby boom”
Redazione

Negli ultimi anni i farmaci a base di agonisti del recettore GLP-1, come Ozempic, Wegovy, Mounjaro e Zepbound, hanno rivoluzionato il trattamento del diabete e dell’obesità. Ma con la loro popolarità è emersa una narrazione: l’arrivo degli Ozempic babies, gravidanze inattese che molti attribuiscono all’uso di questi farmaci. La domanda è se esista davvero un legame tra i GLP-1 ed un aumento della fertilità.

Ozempic e fertilità: mito o realtà del “baby boom”?

Le molecole GLP-1 imitano un ormone naturale che regola glicemia ed appetito. Il loro effetto principale è rallentare lo svuotamento gastrico e ridurre la fame, portando spesso ad un notevole calo di peso. Alcuni esperti ipotizzano che proprio questo miglioramento metabolico possa, in certe persone, favorire un ritorno dell’ovulazione e dunque aumentare le probabilità di concepimento.

Tuttavia, secondo una revisione pubblicata da ricercatori della Samford University e riportata da Healthline nel 2024, non esistono studi che documentino un aumento significativo delle gravidanze nelle donne che assumono semaglutide, il principio attivo di Ozempic e Wegovy. Un’analisi su oltre 27.000 pazienti condotta da Epic Research non ha riscontrato variazioni nei tassi di gravidanza entro un anno dall’inizio della terapia con GLP-1.

Le testimonianze diffuse online sembrano quindi più aneddotiche che scientifiche. La spiegazione più probabile è che, in donne con obesità o sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), la perdita di peso ed il miglioramento della sensibilità insulinica possano regolarizzare il ciclo mestruale, creando condizioni più favorevoli alla fertilità. Diverso è il discorso per la contraccezione.

Alcuni GLP-1, in particolare tirzepatide (Mounjaro, Zepbound), possono rallentare in modo marcato lo svuotamento gastrico, riducendo temporaneamente l’assorbimento degli ormoni contenuti nelle pillole anticoncezionali. L’FDA e l’azienda produttrice Eli Lilly raccomandano infatti un metodo contraccettivo aggiuntivo per almeno quattro settimane dopo l’inizio del trattamento o ogni aumento di dose. Con semaglutide, invece, non sono stati osservati effetti clinicamente rilevanti sull’efficacia della pillola.

Gli esperti concordano sul fatto che i GLP-1 non vadano utilizzati come terapia per la fertilità né durante la gravidanza. Gli studi sugli animali suggeriscono possibili rischi per lo sviluppo fetale, e per questo si raccomanda di sospendere il farmaco almeno due mesi prima del concepimento. Secondo il Washington Post e Reuters Health, le autorità sanitarie stanno monitorando attentamente gli effetti a lungo termine dei GLP-1 sulla salute riproduttiva.