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Tabacco, l’Italia al vertice europeo: “Servono regole comuni e sostegno al settore”

 
Tabacco, l’Italia al vertice europeo: “Servono regole comuni e sostegno al settore”
Redazione

Il neo presidente Gennarino Masiello: “Servono nuove politiche per una filiera strategica per occupazione e territori”

L’Italia conquista la guida dell’Unione Europea dei Produttori di Tabacco (Unitab) con l’elezione di Gennarino Masiello, attuale vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente di ONT Italia. Una scelta che porta il comparto agricolo italiano al centro del dibattito europeo, in un momento in cui la tabacchicoltura è chiamata a rinnovarsi per garantire sostenibilità economica, ambientale e sociale.

Il Congresso, giunto alla sua 38ª edizione, ha visto la partecipazione di delegati di 11 Paesi, istituzioni comunitarie, industrie manifatturiere, esperti e rappresentanti del mondo agricolo. Napoli si è così confermata, per due giorni, capitale europea del settore, con un confronto serrato sulle priorità future: rafforzare il dialogo con le istituzioni e definire regole comuni per il mercato.

Una filiera che vale 45mila posti di lavoro in Italia

Secondo ISTAT, il settore del tabacco greggio in Italia nel 2024 ha generato un valore complessivo di oltre 150 milioni di euro e circa 45.000 occupati lungo l’intera filiera, con un forte radicamento in Umbria, Veneto, Campania e Toscana, dove si concentra il 98% della produzione nazionale. Nel 2025 gli ettari coltivati sono stati 11.671, per una produzione stimata di 43 milioni di chili grazie al lavoro di 1.200 produttori.

La tabacchicoltura italiana, oltre al peso economico diretto, ha un importante effetto moltiplicatore su settori collegati come la meccanica agricola, ambito in cui l’Italia mantiene una leadership mondiale.

Sfide e politiche europee

“Unitab Europa rappresenta oltre 20mila imprese agricole e 50mila ettari di coltivazioni. Il nostro obiettivo è uniformare le regole, garantire condizioni eque per tutti e favorire il ricambio generazionale”, ha dichiarato Masiello nel suo intervento.

Dal dibattito è emersa la necessità di politiche europee adeguate, che riconoscano il ruolo strategico della tabacchicoltura per la coesione sociale nelle aree rurali. Tra i temi più discussi: la revisione della Direttiva accise (TED), la regolamentazione dei prodotti del tabacco (TPD) e la concorrenza sleale extra-UE, che rischia di indebolire il comparto e alimentare il mercato illecito, con un danno stimato di 20 miliardi di euro l’anno per le casse degli Stati membri.

La voce dei territori

Gli assessori regionali hanno posto l’accento sul valore sociale e culturale della tabacchicoltura:

  • Nicola Caputo (Regione Campania) ha evidenziato il rafforzamento della filiera come chiave per affrontare le difficoltà del settore.

  • Simona Meloni (Regione Umbria) ha ricordato che il tabacco non è solo PIL, ma anche tradizione, presidio ambientale e argine allo spopolamento.

Innovazione, sostenibilità e accordi di filiera

Il Congresso ha ribadito l’importanza di accordi pluriennali tra agricoltori e industrie manifatturiere per garantire stabilità dei prezzi, qualità, tracciabilità e cofinanziare progetti di innovazione e sostenibilità ambientale.

Come sottolineato da Massimo Biondo (Manifatture Sigaro Toscano), il futuro passa da una filiera del tabacco Kentucky più solida e responsabile, in grado di valorizzare il territorio italiano e rispondere alle sfide della sostenibilità.

Il sottosegretario all’Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra ha infine ricordato che l’agricoltura, anche nel tabacco, resta “innanzitutto difesa dell’ambiente”, richiamando all’impegno congiunto di istituzioni e imprese per costruire un comparto competitivo e duraturo.