Ogni anno, nell’emisfero Nord, tra il 21 e il 24 settembre, quando il Sole attraversa l’equatore celeste diretto verso Sud, si verifica l’equinozio d’autunno. In quel momento, la durata del giorno e della notte è quasi identica. Questo accade perché l’inclinazione dell’asse terrestre non favorisce nessuno dei due emisferi: il nostro pianeta è "dritto" rispetto ai raggi del Sole.
Equinozio d’autunno: significato, storia e tradizioni tra scienza e cultura
Dal punto di vista scientifico, questo momento è stato studiato fin dall’antichità. Uno dei primi a capire che gli equinozi si spostano nel tempo è stato Ipparco di Nicea, un astronomo greco vissuto tra il 190 e il 120 a.C.. Osservando il cielo e confrontando i dati di epoche diverse, notò che l’equinozio d’autunno cambiava posizione tra le stelle nel corso dei secoli. Questo fenomeno oggi si chiama “precessione degli equinozi”: l’asse terrestre, infatti, si muove lentamente come una trottola, e questo fa cambiare l’allineamento con il Sole nel tempo. Più tardi, il grande astronomo Claudio Tolomeo raccolse queste osservazioni nel suo libro “Almagesto”.
Nel mondo moderno, l’equinozio d’autunno viene utilizzato anche come inizio ufficiale della stagione autunnale secondo il calendario astronomico, che si basa sulla posizione della Terra rispetto al Sole e non sulle condizioni meteorologiche.
Questo momento dell’anno è stato considerato importante anche da molte culture in diverse epoche. Per i Maya, l’equinozio era un evento simbolico. Nel sito archeologico di Chichén Itzá, in Messico, il Tempio di Kukulcán è costruito in modo che, durante gli equinozi, le ombre del tramonto sembrano disegnare un serpente piumato che scende lungo la scalinata della piramide. Anche in Europa, l’equinozio d’autunno segnava il tempo del raccolto. Nei paesi slavi, ad esempio, si celebravano le Dożynki, feste contadine per ringraziare della mietitura. In Lettonia si osservava Miķeļi, festa dedicata alla fine del raccolto e alla preparazione per l’inverno. In Giappone, l’equinozio è legato a Higan, una ricorrenza buddista durante la quale si ricordano i defunti e si riflette sulla vita e sulla morte.
Anche oggi, l’equinozio continua a essere studiato e celebrato. Gli scienziati lo usano come punto di riferimento per misurare la precessione, cioè lo spostamento lento dell’asse terrestre, che influisce sul clima e sull’orientamento delle stelle nel cielo. Dal punto di vista pratico, dopo l’equinozio le giornate si accorciano visibilmente: il Sole tramonta prima e le ore di luce diminuiscono, influenzando la nostra routine quotidiana e anche l’umore di molte persone.