Il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha inviato un messaggio forte e chiaro al mondo della finanza: quando si tratta di proteggere gli interessi nazionali nel settore bancario, le regole sono uguali per tutti, senza eccezioni. Al centro dell'attenzione c'è un possibile accordo tra la banca italiana Banco BPM e il colosso francese Crédit Agricole, un'operazione che ha sollevato interrogativi sulla tutela del risparmio italiano.
COS'È IL "GOLDEN POWER”
Per comprendere la situazione, è fondamentale capire cosa sia il Golden Power. Si tratta di uno strumento speciale che permette al governo italiano di intervenire e porre condizioni specifiche, o persino di bloccare, operazioni di acquisto o fusione che coinvolgono aziende considerate strategiche per il Paese, come quelle nei settori dell'energia, delle comunicazioni e, appunto, delle banche.
L'obiettivo è semplice: garantire che il controllo di settori vitali per l'economia e la sicurezza nazionale non finisca in mani sbagliate o non vada contro l'interesse dell'Italia.
Il Ministro Giorgetti ha sottolineato che la tutela del risparmio è una questione di sicurezza nazionale. Pertanto, qualsiasi operazione, inclusa quella tra Banco BPM e Crédit Agricole, sarà esaminata attentamente attraverso la lente del Golden Power.
IL GOVERNO TRA COERENZA E PRESSIONI POLITICHE
La posizione del governo Meloni è delicata. In passato, iniziative simili, anche tra banche italiane (come un precedente tentativo di Unicredit – che di ‘italianità ha poco’ – su Banco BPM), sono state ostacolate proprio per proteggere gli assetti strategici.
Ora, il governo vuole dimostrare di non usare due pesi e due misure, applicando la stessa rigorosa valutazione anche quando è coinvolto un partner straniero.
Questa fermezza serve anche a rispondere alle critiche delle opposizioni e dei sindacati. Figure come il vicepresidente del M5s, Mario Turco, e il segretario del sindacato bancario FABI, Lando Sileoni, hanno espresso la preoccupazione che la vendita delle banche a gruppi stranieri possa far perdere all’Italia il controllo sulla propria economia.
Se il governo non si mostrasse intransigente, verrebbe attaccato proprio sul tema della difesa della sovranità nazionale, uno dei suoi cavalli di battaglia.
IL PARERE DEI MERCATI
E i mercati finanziari, come leggono questa situazione? Con molta cautela. Gli analisti di Intesa Sanpaolo, ad esempio, avvertono che le dichiarazioni di Giorgetti non devono essere interpretate come un via libera all'accordo. Anzi, l’attivazione del Golden Power potrebbe complicare o addirittura far saltare l’operazione.
Un elemento chiave della trattativa riguarda Anima, una società di gestione del risparmio controllata da Banco BPM, che potrebbe essere in parte ceduta ai francesi. Proprio Anima è considerata un asset strategico, e le condizioni poste dal governo sul suo futuro potrebbero essere decisive.
A complicare ulteriormente il quadro c’è l’Unione Europea, che in linea di principio non vede di buon occhio misure protezionistiche come il Golden Power, in quanto potrebbero ostacolare la libera circolazione dei capitali. Su questo punto, però, Giorgetti è stato chiaro: spetta all’Italia, e non a Bruxelles, decidere cosa sia di interesse strategico nazionale.
IMPARZIALITÀ E DISTACCO LE PAROLE D’ORDINE
La strategia di Giorgetti appare dunque chiara: mostrarsi imparziale e rigoroso nell’applicazione delle regole, allontanando da sé l’immagine di “regista” delle operazioni bancarie. Questo atteggiamento di apparente distacco emerge anche riguardo ad altre vicende del settore, come le possibili manovre tra MPS e Mediobanca.
In sintesi, il governo sta tracciando una linea netta: il mercato è libero, ma non senza regole. La protezione degli asset strategici italiani viene prima di tutto, e chiunque voglia operare nel sistema bancario del Paese dovrà tenerne conto.