L’orologio da polso, oltre che misurare il tempo, è un accessorio che racconta gusti, mode e lo stile di vita di chi lo indossa. Le prime versioni comparvero nel XIX secolo. Per molto tempo rimase legato al pubblico femminile, mentre gli uomini usavano l’orologio da tasca. La svolta arrivò con la Prima Guerra Mondiale, quando i soldati iniziarono a preferire un segnatempo legato al polso, molto più pratico nelle manovre rispetto a quello custodito in tasca.
L’orologio da polso: stile, storia, costi e modelli
Il Novecento fu il secolo delle grandi trasformazioni. La più importante arrivò il 25 dicembre 1969, quando la casa giapponese Seiko presentò il Quartz Astron, il primo orologio da polso con movimento al quarzo commercializzato. In pochi anni, grazie all’evoluzione tecnologica, i modelli al quarzo divennero accessibili economicamente e conquistarono il mercato, segnando la cosiddetta Quartz Revolution.
Oggi la scena è molto diversificata. Gli orologi meccanici, mossi da ingranaggi e molle, sono ancora apprezzati dagli appassionati e dai collezionisti, perché rappresentano l’artigianato e la tradizione. Hanno costi che partono da alcune centinaia di euro e possono arrivare a decine di migliaia di euro per i marchi di alta orologeria. Gli orologi al quarzo, invece, hanno un’anima elettronica, costano meno e sono estremamente precisi.
Accanto a queste due famiglie, ci sono i digitali e gli smartwatch, letteralmente “orologi intelligenti”. Questi dispositivi uniscono il quadrante digitale a funzioni avanzate come notifiche dello smartphone, monitoraggio della salute, GPS e pagamenti contactless. Il mercato è in forte crescita: nel 2024 il valore globale degli orologi digitali è stato stimato in 32,9 miliardi di dollari e le proiezioni parlano di circa 119,3 miliardi nel 2034.
Guardando ai costi, lo scenario è questo: orologi al quarzo dai 20 ai 300 euro; meccanici di base e di marca dai 500 ai 2.000 euro; orologi di lusso con complicazioni come cronografi o tourbillon da 10.000 euro in su; smartwatch tra i 200 e i 700 euro, con modelli economici e versioni premium oltre i 1.000 euro.
L’orologio analogico viene scelto da chi cerca eleganza, tradizione e un design senza tempo, mentre il digitale e lo smartwatch attraggono chi vuole funzionalità, dati e aggiornamenti. Negli ultimi anni, però, i confini si sono mescolati: cinturini intercambiabili, casse sottili e reinterpretazioni vintage (come le riedizioni di Pulsar o Casio) dimostrano che oggi l’orologio è sia oggetto estetico sia strumento tecnologico.