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Turisti col cucchiaio in mano, come il gusto guida ormai le rotte del turismo mondiale

 
Turisti col cucchiaio in mano, come il gusto guida ormai le rotte del turismo mondiale
Redazione

Il turismo enogastronomico è oggi una delle principali motivazioni di viaggio a livello internazionale, con i sapori e le esperienze culinarie che non sono più un semplice plus, ma spesso la ragione principale per cui i turisti scelgono una destinazione. La tendenza si evidenzia con chiarezza in Italia, ma si riflette anche nelle dinamiche globali del settore turistico.

Il turismo enogastronomico è oggi una delle principali motivazioni di viaggio a livello internazionale

I dati più recenti sul turismo enogastronomico italiano mostrano come oltre il 60% e fino al 74% dei turisti stranieri provenienti dai principali mercati - tra cui Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Germania, Austria e Svizzera - abbia viaggiato negli ultimi anni con motivazioni legate al cibo ed al vino. Per molte di queste persone, l’Italia non è soltanto meta per arte e paesaggi, ma viene percepita come destinazione ideale per le esperienze gastronomiche: il 55% dei tedeschi e dei viaggiatori svizzeri/austriaci ed il 54% degli statunitensi associano l’Italia proprio a cibo e vino.

Quest’attrazione non è solo teorica: i dati economici lo confermano. Nel 2024 il comparto enogastronomico italiano ha generato un valore stimato di 12,6 miliardi di euro, con una crescita del 9% rispetto all’anno precedente ed ha rappresentato circa il 15% della spesa turistica complessiva. Inoltre, la spesa media giornaliera di un turista enogastronomico è risultata superiore alla media, con 155 euro al giorno, di cui 52 destinati alla ristorazione e 28 all’acquisto di prodotti tipici locali.

Chi viaggia per cibo e vino tende ad essere più giovane, più istruito e più tecnologico rispetto alla media: circa il 62% ha meno di 45 anni, il 71% è laureato ed il 68% utilizza piattaforme digitali per prenotare esperienze culinarie. Inoltre, l’85% dichiara l’intenzione di tornare per scoprire altri territori attraverso il cibo, segno di una forte fidelizzazione generata da questo tipo di viaggio.

Trend globali rafforzano questa dinamica
: circa il 78% dei viaggiatori considera le esperienze di cibo e bevande un fattore chiave nella decisione di viaggio ed il food tourism rappresenta una quota significativa dell’intera spesa turistica mondiale, con un mercato stimato in circa 150 miliardi di dollari ed in crescita costante. Attività come visite ai mercati locali (76%), degustazioni di vini (65%) e corsi di cucina (45%) sono tra le più popolari.

Questa tendenza non è un fenomeno isolato dell’Italia: in molte destinazioni turistiche globali il turismo enogastronomico è ormai un driver consolidato, spingendo le strutture ricettive, gli operatori e le istituzioni a investire in offerte esperienziali legate alle tradizioni locali, alla sostenibilità ed all’autenticità.