• Non è solo luce e gas, è l'energia di casa tua.
  • Un museo. Quattro Sedi. IntesaSanPaolo
  • La piattaforma di wealth planning
  • Italpress Agenzia di stampa

“Siamo ancora all’era dei tubi a vuoto”. Perché, secondo Devoret, il computer quantistico è solo agli inizi

 
“Siamo ancora all’era dei tubi a vuoto”. Perché, secondo Devoret, il computer quantistico è solo agli inizi
Redazione

FOTO: Christian UrsilvaCC BY-SA 4.0

Michel Devoret, premio Nobel per la fisica 2025, ha dichiarato che lo sviluppo di un computer quantistico pienamente funzionale è ancora nelle sue fasi iniziali, paragonabile ai primi giorni dell’informatica classica con i tubi a vuoto. Devoret ha ricevuto il premio il 10 dicembre 2025 a Stoccolma per i suoi contributi fondamentali alla fisica quantistica, in particolare allo studio dei fenomeni quantistici su scala macroscopica che stanno alla base dei moderni qubit.

Perché, secondo Devoret, il computer quantistico è solo agli inizi

Durante una conferenza stampa il 18 dicembre 2025, organizzata al margine di una tavola rotonda sulla tecnologia quantistica promossa da Google (Quantum AI) - dove Devoret è direttore scientifico - ha affermato che siamo davvero all’inizio di una nuova tecnologia. Ha spiegato che, proprio come l’elettronica classica è passata da enormi calcolatori a tubi a vuoto a microchip con miliardi di transistor, così anche i circuiti quantistici evolveranno nel tempo.

Un computer quantistico sfrutta proprietà quantistiche della materia, in particolare la superposizione e l’entanglement dei suoi elementi base, i qubit, che possono esistere in molti stati simultanei, a differenza dei bit classici che sono solo 0 o 1. Questo potenziale teorico potrebbe permettere calcoli molto più rapidi su problemi specifici rispetto ai computer tradizionali.

Tuttavia, Devoret ha sottolineato che non esiste nessun principio fondamentale della natura che impedisca la realizzazione di un computer quantistico utile, ma vi sono sfide tecniche molto significative che richiedono ancora comprensione e miglioramenti.

Una delle principali difficoltà è aumentare il numero di qubit affidabili. Secondo Devoret, occorrerebbe arrivare all’ordine di un milione di qubit per affrontare calcoli di grande rilevanza, per esempio in chimica computazionale, cosa che oggi è ben oltre le capacità dei sistemi attuali.

Inoltre, diversi approcci tecnologici sono allo studio - tra cui qubit basati su circuiti superconduttori, ioni intrappolati, atomi neutri e spin - ma tutti presentano problemi tecnici da risolvere. Per esempio, nei circuiti superconduttori una delle sfide è ridurre il numero di connessioni ed aumentare la capacità dei cavi di trasmettere segnali senza interferenze.

Devoret ha usato l’immagine storica dei tubi a vuoto come simbolo del fatto che l’informatica quantistica, pur essendo promettente ed oggetto di investimento da parte di grandi industrie tecnologiche e start-up, non ha ancora raggiunto una maturità paragonabile all’informatica classica.