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Addio pomodoro cinese! Perché nei sughi italiani oggi vince (quasi) solo la filiera nazionale

 
Addio pomodoro cinese! Perché nei sughi italiani oggi vince (quasi) solo la filiera nazionale
Redazione

Negli ultimi anni il settore delle conserve di pomodoro in Italia ha attraversato una trasformazione significativa. Per molto tempo una quota rilevante del concentrato di pomodoro importato dalla Cina veniva utilizzata come base per diversi prodotti industriali destinati sia al mercato interno sia all’esportazione. Questo fenomeno aveva suscitato discussioni e preoccupazioni, soprattutto perché il concentrato estero veniva talvolta impiegato nella preparazione di sughi commercializzati come italiani, pur non essendo sempre evidente o chiaramente dichiarata l’origine della materia prima.

 

Addio pomodoro cinese! Perché nei sughi italiani oggi vince (quasi) solo la filiera nazionale

 

Oggi però lo scenario appare molto diverso. Le importazioni di concentrato cinese sono diminuite in modo drastico: si parla di un calo superiore al 70% nel giro di un solo anno. È una riduzione che gli operatori del settore definiscono senza precedenti. Le ragioni sono molteplici: una maggiore attenzione dei consumatori alla provenienza dei prodotti, una crescente richiesta di tracciabilità, controlli più incisivi ed una strategia più orientata alla qualità da parte dei produttori italiani.

 

Questa tendenza ha portato ad un risultato che fino a poco tempo fa sembrava improbabile: nei sughi pronti venduti oggi in Italia, il pomodoro cinese è quasi completamente scomparso. Le aziende che producono passate, salse e condimenti pronti per il mercato italiano stanno utilizzando quasi esclusivamente pomodori coltivati e trasformati sul territorio nazionale. Questo risponde al desiderio dei consumatori di acquistare prodotti percepiti come più autentici, ma anche alla volontà delle imprese di valorizzare la filiera agricola italiana, considerata un elemento distintivo rispetto alla concorrenza internazionale.

 

Va però chiarito un punto spesso trascurato: nonostante le importazioni dalla Cina siano calate in modo così netto, l’impatto sul mercato interno non è così radicale come si potrebbe pensare. Una parte consistente del concentrato straniero, infatti, non era destinata ai prodotti venduti nei supermercati italiani, ma a lavorazioni industriali specifiche o a prodotti esportati all’estero. In altre parole, la riduzione del concentrato cinese ha effetti soprattutto simbolici e competitivi: segna una scelta più netta a favore dell’origine italiana e contribuisce a rafforzare la fiducia dei consumatori, ma non stravolge completamente l’equilibrio del settore.