Sono quasi seimila le fosse comuni, conseguenza dei massacri della Guerra Civile, che sono stati censiti e che ora fanno parte di una mappa interattiva elaborata dalla Segreteria di Stato per la Memoria Democratica e dalla RTVE (Ente Nazionale di Radiotelevisione Spagnola, il servizio pubblico del Paese) e che è stata presentata.
Spagna: mappa interattiva racconta le 6.000 fosse comuni eredità della Guerra Civile
Da essa si ha un elemento indicativo dell'ampiezza di questo doloro capitolo della guerra che dilaniò il Paese, con la contrapposizione dei franchisti e di coloro che si opposero alla presa del potere del futuro Caudillo: oggi nessuno spagnolo vive a più di 50 chilometri da questi luoghi di sepoltura clandestini, che potevano ''ospitare'' un solo cadavere o addirittura migliaia, come a San Rafael, a Malaga.
La mappa è stata presentata presso la sede dell'Istituto Cervantes, il cui direttore, Luis García Montero, ha fatto da anfitrione e ha espresso la sua soddisfazione per aver ospitato "un evento di commemorazione e contro la disinformazione".
Fernando Martínez, Segretario di Stato per la Memoria Democratica, ha ricordato che 20 anni fa gli fu affidato il compito di coordinare la creazione della prima mappa delle fosse comuni in Andalusia. "Da allora - ha affermato - sono stati fatti molti progressi. Durante il governo di José Luis Rodríguez Zapatero, la mappa nazionale delle fosse comuni elencava 2.000 siti. Oggi ne sono censiti più di 5.000". La mappa include le sepolture clandestine delle vittime assassinate da entrambe le parti durante la Guerra Civile, ma Martínez ha sottolineato che mentre "le tombe dei vincitori furono riesumate nel dopoguerra , quelle dei perdenti, i repubblicani, non furono scavate fino all'avvento della democrazia, e anche allora, con grande difficoltà".
Le prime riesumazioni dei corpi dei giustiziati durante la Guerra Civile ebbero luogo dopo la morte di Franco. Molte delle tombe clandestine sono state scoperte dai parenti delle vittime, andando città per città, cercando verifiche di notizie frammentarie, per poi restituire a dignità i resti, oltre che dei congiunti, anche di altre vittime della violenza.
Come accaduto in Navarra e La Rioja, dove i parenti dei morti uccisi, inginocchiati nella terra, senza altri strumenti se non una pala e le proprie mani, hanno scavato nella terra, accompagnati da alcuni sacerdoti che si vergognavano del ruolo della Chiesa durante la Guerra Civile, quando i loro superiori ecclesiastici avevano sostenuto il colpo di stato militare come una "crociata".
Il tentativo di colpo di Stato del 23 febbraio 1981 bloccò quel processo, che riprese nel 2000 grazie all'impulso della società civile.
Il Segretario di Stato per la Memoria Democratica, Fernando Martínez, ha spiegato che quasi 18.000 vittime sono già state riesumate. L'esperto forense Francisco Etxeberria stima che circa 11.000 scheletri debbano ancora essere recuperati dalle fosse comuni del regime franchista. Martínez ha insistito sul fatto che individuare i resti "non riapre le ferite, le chiude", e ha ricordato un recente confronto con "un importante leader del PP" che gli chiese: "Perché non lasciate in pace i morti?". "A mia volta, gli ho chiesto cosa avrebbe fatto se avesse saputo che sua madre giaceva come un cane in montagna. E lui è rimasto in silenzio".
Rosa León , che ha reso popolare la poesia " Al Alba" di Luis Eduardo Aute come inno contro la pena di morte durante la Transizione , e che attualmente fa parte del consiglio di amministrazione di RTVE, ha presentato la mappa interattiva come "uno strumento per preservare la memoria di oggi e di domani, per comprendere la realtà del passato". "Tutti perdiamo quando la verità perde; tutti falliamo quando siamo complici dell'occultamento", ha aggiunto.
A questo proposito, Martínez ha considerato un passo positivo il fatto che, grazie all'accordo con RTVE, la mappa delle fosse comuni venga spostata dal sito web della Segreteria di Stato per la Memoria Storica per aumentarne la portata e quindi "combattere l'ondata reazionaria globale". Pilar Bernal, direttrice dei contenuti digitali di RTVE, ha sottolineato che la mappa interattiva trae grande vantaggio dall'archivio storico dell'emittente pubblica, "eredità di tutti gli spagnoli".
Lo strumento interattivo contiene informazioni su circa 67.000 vittime, come María Domínguez, la prima sindaca spagnola democraticamente eletta, assassinata nel 1936 e i cui resti sono stati riesumati e identificati nel 2021. O i resti di José Sosa, un lattoniere ucciso a colpi di arma da fuoco nel 1937. Alla sua famiglia fu detto, per giustificarne la sparizione, che era fuggito con un'altra donna.
I suoi resti, insieme a quelli di altre 13 vittime assassinate, fu trovato nelk 2017, in un pozzo di una località della Gran Canaria, ricoperti di immondizia e calce viva.