Sicurezza, immigrazione e criminalità: è stato intorno a queste tre parole, diventato il canovaccio della campagna presidenziale, che si è deciso il destino del Cile che ha scelto José Antonio Kast, conservatore intransigente e che ha elogiato il generale Augusto Pinochet, il dittatore il cui colpo di stato appoggiato dagli Stati Uniti ha dato inizio a 17 anni di regime militare segnato da torture, sparizioni e censura.
La paura e l'insicurezza hanno spinto il Cile a scegliere la Destra
La stessa storia di Kast, figlio di un tedesco che, in patria, aveva aderito convintamente al partito nazionalsocialista, conferma quali siano le sue idee e i suoi progetti. Peraltro un fratello del neopresidente è stato ministro nel corso della dittatura di Pinochet.
Facendo riferimento al passato del Cile e alle accuse rivolte ad altri leader di destra nella regione dopo che avevano imposto misure repressive militari contro la criminalità organizzata, il presidente ha promesso, nel suo primo discorso da eletto, che la sua promessa di guidare un "governo di emergenza" non avrebbe significato "autoritarismo".
Con le elezioni di domenica, il Cile è l'ultimo Paese dell'America Latina a passare decisamente da sinistra a destra, dopo Argentina, Bolivia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador e Panama. Il Perù, la Colombia e il Brasile affronteranno elezioni cruciali il prossimo anno.
La vittoria di Kast colloca il Cile in un blocco crescente di governi conservatori che probabilmente si allineeranno al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in particolare su questioni di migrazione e sicurezza.
In alcuni casi, come in Argentina, l'inflazione e la crisi economica hanno guidato il cambiamento. In altri, è stata una reazione contro i governi di sinistra impantanati nella corruzione o nelle lotte intestine.
Il tema della lotta all'immigrazione è stato cavalcato da Kast, che ha fatto delle politiche di Trump (con un muro al confine e deportazioni di massa di migranti clandestini) un esempio da seguire.
Il suo messaggio ha trovato terreno fertile in un Paese che ha visto una rapida crescita della popolazione straniera. I dati governativi mostrano che nel 2023 in Cile vivevano quasi due milioni di stranieri, con un aumento del 46% rispetto al 2018.
Il governo stima che in Cile vivano circa 336.000 migranti irregolari, molti dei quali provenienti dal Venezuela, Paese, quest'ultimo alla prese con una grave crisi economica e che deve confrontarsi con un regime repressivo di ogni dissenso.
Kast ha attribuito l'aumento della criminalità all'immigrazione, un'accusa che ha trovato riscontro politico, nonostante il numero di omicidi sia diminuito dopo il picco del 2022 e che alcuni studi suggeriscano che i migranti commettano in media meno crimini. Molti elettori citano la criminalità organizzata, il traffico di droga, i furti e i furti d'auto come fattori che contribuiscono al loro senso di insicurezza.
Il messaggio di vittoria di Kast è che i migranti saranno benvenuti se rispetteranno la legge, i criminali saranno arrestati e l'ordine tornerà nelle strade.
Ci si aspetta che lui, come Trump, agisca rapidamente per dimostrare un approccio da "pugno di ferro", schierando l'esercito al confine e probabilmente promuovendo la sua repressione attraverso i social media.
Ma nella pratica le deportazioni su larga scala saranno difficili. Il Venezuela non accetta espulsioni dal Cile e finora le espulsioni sono state limitate.
Kast sembra sperare che la sua retorica incoraggi i migranti irregolari a partire volontariamente. Ma è improbabile che ciò spinga centinaia di migliaia di persone a fare i bagagli.
Poiché i migranti stanno diventando sempre più importanti per le aziende cilene (allo stesso modo in cui lo sono negli Stati Uniti), Kast potrebbe scontrarsi con l'opposizione di coloro che fanno affidamento sulla manodopera straniera per le proprie attività.