Uno studio internazionale avverte: i fondi diminuiscono dal 2016 mentre cresce il carico della malattia nei Paesi a basso reddito
La ricerca sul cancro rischia di non tenere il passo con la crescita dei casi a livello mondiale. Secondo uno studio condotto dall’Università di Southampton insieme a un consorzio internazionale di atenei, i finanziamenti globali per la ricerca oncologica sono in diminuzione costante dal 2016, con l’eccezione di un lieve aumento registrato nel 2021.
Cancro: una sfida sanitaria globale
Il cancro è oggi responsabile di un decesso su cinque a livello globale. L’autore principale dello studio, il dottor Michael Head, spiega: “Le disuguaglianze negli investimenti e i bassi finanziamenti per alcuni trattamenti possono portare a uno squilibrio tra i tumori che possiamo affrontare e le aree del mondo che ne beneficiano. È fondamentale capire come e dove vengono allocati i soldi”.
L’analisi, realizzata in collaborazione con la Queen’s University di Belfast, l’Università di Harvard, l’Imperial College di Londra e l’Università della Salute e delle Scienze Alleate del Ghana, ha esaminato quasi 108.000 sovvenzioni pubbliche e filantropiche per un valore complessivo di 51,4 miliardi di dollari tra il 2016 e il 2023.
Stati Uniti leader, ma squilibri globali
Gli Stati Uniti hanno erogato da soli il 57% dei finanziamenti (29,3 miliardi di dollari). Seguono i Paesi del Commonwealth con 8,7 miliardi (17%), trainati dal Regno Unito (5,7 miliardi), dall’Australia (1,5 miliardi) e dal Canada (1,3 miliardi). Ma la stragrande maggioranza dei fondi è rimasta all’interno degli stessi Paesi donatori.
Le nazioni a basso reddito, pur affrontando un rapido aumento dei casi, hanno ricevuto meno dello 0,1% del totale globale (8,4 milioni di dollari). Un divario che rischia di ampliare le disuguaglianze nell’accesso alle cure e nei risultati.
Dove mancano gli investimenti
La ricerca preclinica ha assorbito il 76% dei fondi, mentre settori cruciali come la chirurgia (1,7%) e la radioterapia (3,1%) risultano fortemente sottofinanziati, nonostante siano essenziali per la cura in tutto il mondo, in particolare nei Paesi con accesso limitato alle terapie più avanzate.
Altri ambiti hanno attratto investimenti più consistenti:
Tuttavia, secondo i ricercatori, serve un riequilibrio delle priorità per evitare che alcuni trattamenti salvavita vengano trascurati.
L’appello degli esperti
L’Unione Europea ha aumentato i contributi dal 2021, mentre i Paesi BRICS come Cina e India hanno visto un picco di investimenti nel 2018, poi ridottisi. Nonostante queste eccezioni, la tendenza generale resta negativa.
Gli studiosi chiedono un’azione coordinata: i finanziamenti devono essere considerati una responsabilità globale condivisa. Tra le soluzioni proposte:
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creare partenariati sostenibili,
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rafforzare la formazione locale,
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investire in infrastrutture sanitarie e di ricerca.
Senza un’inversione di rotta, il mondo rischia di restare impreparato davanti alla crescente domanda di cure oncologiche, con disuguaglianze sempre più profonde tra Paesi ricchi e poveri.