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Inflazione ai minimi nel 2025, frena l’Italia, ma il carrello resta sotto osservazione

 
Inflazione ai minimi nel 2025, frena l’Italia, ma il carrello resta sotto osservazione
Redazione

Nel mese di novembre 2025, l’inflazione in Italia ha segnato un rallentamento significativo rispetto ai mesi precedenti. Secondo i dati definitivi dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato una variazione su base mensile di -0,2% e su base annua di +1,1%, il livello più basso dal gennaio dello stesso anno.

Inflazione ai minimi nel 2025, frena l’Italia, ma il carrello resta sotto osservazione

Questo 1,1% su anno rappresenta un calo rispetto all’1,2% di ottobre 2025 e indica un progressivo allentamento delle pressioni inflazionistiche, riflettendo in parte l’andamento dei prezzi di alcune voci chiave come l’energia regolamentata, i servizi di trasporto e gli alimentari non lavorati.

Rispetto al quadro europeo, l’inflazione italiana resta significativamente più bassa della media dell’Eurozona, dove a novembre 2025 l’inflazione è risultata intorno al 2,2% su base annua secondo le stime flash di Eurostat.

Nel corso del 2025, l’inflazione in Italia si è caratterizzata per un trend decrescente o stabilmente basso, in parte sostenuto dall’andamento dei prezzi energetici e da una domanda interna più contenuta. L’inflazione acquisita per l’anno (cioè quella che si avrebbe se i prezzi rimanessero invariati nei mesi successivi) si attesta intorno al +1,5% per l’indice generale.

Un elemento centrale nelle dinamiche dell’inflazione italiana riguarda il settore primario, in particolare agricoltura, frutta e verdura. i loro rincari pesano in modo importante sulla percezione complessiva dei prezzi.

Nel corso del 2025, i prezzi dei prodotti alimentari hanno mostrato andamenti differenziati: mentre alcuni comparti come i prodotti lavorati hanno mantenuto aumenti moderati, i prezzi degli alimentari non lavorati (che includono frutta e verdura fresca) hanno mostrato una crescita più contenuta rispetto ai picchi inflazionistici passati. Nel mese di novembre, nello specifico, l’incremento tendenziale dei prezzi per gli alimentari non lavorati è rallentato, contribuendo al dato complessivo di inflazione più basso.

Questo fenomeno ha avuto effetti tangibili sulla spesa delle famiglie: un rallentamento dell’inflazione di frutta e verdura attenua in parte l’impatto complessivo del costo della vita, ma non elimina la percezione di prezzi elevati sugli scaffali, soprattutto per prodotti di alta qualità o importati. C’è quindi da auspicare che questo fenomeno mensile di leggera deflazione possa continuare, portando un aumento del benessere generale reale e percepito dalla popolazione.