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ITALIA-SERBIA: “Per il mio Paese le relazioni con Roma sono strategiche”

 
ITALIA-SERBIA: “Per il mio Paese le relazioni con Roma sono strategiche”
di Pietro Romano

Mirjana Jeremic, ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Serbia in Italia, Malta e San Marino, con esperienze diplomatiche precedenti in Canada, Repubblica Ceca e Slovenia, rappresenta Belgrado a Roma dal 2023.

Signor Ambasciatore, storicamente Italia e Serbia sono Paesi amici. Una vicinanza, a più riprese ribadita anche dall’attuale governo italiano, sul piano politico, economico, culturale. Quali sono i punti di forza di questo rapporto nelle tre aree?

Le relazioni bilaterali tra la Serbia e l’Italia vantano una valenza storica e, al giorno d’oggi, sono caratterizzate da un importante dinamismo in tutti e tre i campi: il dialogo politico-istituzionale si svolge con una regolarità consolidata, andando di pari passo con rapporti economici molto solidi e una fruttuosa cooperazione culturale. La visita in Serbia della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, lo scorso agosto ha confermato il carattere strategico delle nostre relazioni di cui siamo estremamente soddisfatti. Per la Serbia, l’Italia rimane indubbiamente uno dei partner più importanti d’Europa, in specie se si considera il nostro obiettivo strategico di aderire all’Unione europea. Il fatto di poter lavorare su una base di rapporti istituzionali e sociali già sviluppati e consolidati nel tempo, fondati sulla reciproca fiducia, costituisce una risorsa preziosa, maturata e rafforzata nel corso degli anni.

Cosa può fare l’ambasciata di Serbia in Italia per rinsaldare questi rapporti?

L’ambasciata è continuamente impegnata nel dialogo con numerosi partner istituzionali, con il Parlamento italiano, con aziende interessate a investire sul nostro mercato, con associazioni culturali e umanitarie che continuano ad aiutare il nostro popolo in Kosovo e Metohija. Lavoriamo sulle iniziative comuni, ci impegniamo a identificare nuovi partner e nuovi settori dove si presentano opportunità da esplorare e mettere a beneficio dei cittadini, quali l’energia, le infrastrutture e l’intelligenza artificiale. Le attività in merito sono già in corso. Ricordo che nel dicembre del 2023, Belgrado ha ospitato un Forum bilaterale dedicato all'innovazione e all'ecosistema di supporto alle startup. Una settimana fa, l’ambasciata ha organizzato, congiuntamente con la Confindustria Serbia e la Confindustria Est-Europa, nostri partner di fiducia, una presentazione del prossimo “Business Forum Energy and Infrastructure Italy and Eastern-Central Europe”, previsto a Belgrado per il 2 e il 3 febbraio. Naturalmente, proseguono i contatti a livello parlamentare anche nella sua dimensione regionale, come, ad esempio, nel quadro della presidenza serba dell’Iniziativa Centro Europa nel corso del 2025.

Cosa possono fare Italia e Serbia per continuare a crescere assieme, in particolare sul fronte economico ma anche sul fronte politico e culturale?

Quest’anno, l’ambasciata di Serbia ha promosso diverse iniziative culturali, come mostre, serate letterarie e proiezioni cinematografiche, con l’intento di avvicinare al pubblico italiano la ricchezza, la varietà e l’autenticità della cultura e dell’arte serba. A settembre scorso abbiamo preso parte alla rassegna cinematografica in Calabria e a dicembre i nostri cineasti sono al Festival del Cinema in Sicilia. Anche per il prossimo anno, vogliamo organizzare una serie di eventi culturali che mettano in risalto le arti visive, il cinema, la letteratura e la musica contemporanea serba, valorizzando il talento e la creatività dei nostri artisti. La cultura continuerà a rappresentare una delle priorità di questa sede, tenendo presente anche l’importanza della cultura nel tessuto sociale italiano, come linguaggio universale di dialogo in grado di superare ogni barriera politica, sociale e linguistica.

Cosa ha significato e quali risultati ha apportato il Forum economico di inizio anno?

Il Forum Economico Italia–Serbia tenutosi a Belgrado ha avuto buoni risultati sia a livello politico, che pratico. Ha confermato la solidità del nostro partenariato economico, aprendo anche una nuova fase di cooperazione. La presenza di oltre 500 aziende di entrambi i Paesi ha confermato l’interesse degli operatori economici per avviare e sviluppare progetti comuni. Si è discusso di temi come l’energia, la tecnologia agricola, l’industria 5.0, le infrastrutture e l’economia verde, settori nei quali Serbia e Italia presentano potenzialità complementari. Il Forum non ha soltanto prodotto i nuovi accordi e memoranda, ma ha portato alla creazione di nuove partnership e a una nuova fase degli investimenti italiani in Serbia e per un ulteriore rafforzamento dei legami tra le nostre camere di commercio, istituzioni e imprenditori. L’Italia rimane uno dei più importanti investitori e partner commerciali e i nostri due Paesi possono creare delle catene di approvvigionamento competitive a livello regionale ed europeo.

A che punto è la strada per l’adesione della Serbia all’Unione europea? Ritiene che l’Italia possa favorire questo processo importantissimo non solo per la Serbia ma anche per l’Ue?

La Serbia continua ad impegnarsi sul piano delle riforme verso l’adesione all’Unione europea. Finora abbiamo compiuto importanti progressi ed ottenuto i risultati concreti in diversi settori, riconosciuti anche nel Rapporto annuale della Commissione europea. L’Unione europea ha nuovamente confermato che la Serbia è pronta a compiere ulteriori passi avanti nei negoziati di adesione, ma la dinamica non ha rispecchiato le nostre aspettative. Nonostante ciò, rimaniamo pienamente impegnati nel processo di riforme e siamo convinti che il percorso europeo sia strategicamente corretto e a lungo termine rappresenti la scelta più importante per il nostro Paese. Anche su questo piano siamo molto grati all’Italia per il suo costante e convinto sostegno al nostro percorso europeo, che riteniamo significativo non solo per la Serbia, ma anche per l’Unione stessa.